A Cori il fatidico sì anche nelle cantine e in agriturismo

A Cori il fatidico sì anche nelle cantine e in agriturismo
Cori apre ai matrimoni civili nei propri agriturismi. Le coppie che decideranno di fare il grande passo e vorranno saltare il rito religioso, potranno scegliere per il loro...

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Cori apre ai matrimoni civili nei propri agriturismi. Le coppie che decideranno di fare il grande passo e vorranno saltare il rito religioso, potranno scegliere per il loro sì non soltanto i luoghi istituzionali, come la sala consiliare del Comune, la delegazione di Giulianello, piazza Sant'Oliva o il chiostro del museo, ma anche gli agriturismi e le cantine che hanno risposto all'avviso pubblico dell'amministrazione corese: l'agriturismo Pietra Pinta, l'azienda agricola Molino7cento, il Cincinnato Wine Resort, la tenuta Capolemole e la tenuta San Pietro entrambi dell'azienda agricola Marco Carpineti.

Queste strutture sottoscriveranno nei prossimi giorni un contratto di comodato d'uso quadriennale e gli ambienti scelti per i matrimoni diventeranno a tutti gli effetti uffici comunali distaccati dello Stato civile, almeno per la durata della cerimonia. «Questa iniziativa ha una doppia finalità spiega il sindaco di Cori Mauro De Lillis non solo dare la possibilità alle nostre aziende agrituristiche di ospitare matrimoni, ma anche avviare una collaborazione tra le strutture e l'amministrazione per portare gli ospiti a visitare i luoghi della cultura di Cori, attraverso visite guidate».


Una iniziativa, dunque, che vuole «contribuire alla valorizzazione e favorire una migliore visibilità dell'offerta del territorio». Il matrimonio in agriturismo naturalmente ha un costo per gli sposini: nel caso in cui la cerimonia si svolga in orario d'ufficio, si dovrà pagare 350 euro se uno dei due nubendi ha la residenza a Cori, altrimenti la tariffa è di 500 euro. Nei weekend o fuori orario di servizio, per esempio la sera, il costo sale a 450 euro nel caso in cui uno dei due novelli sposi sia residente e 600 euro per i non residenti. Resta inteso che il matrimonio potrà essere celebrato non solo dal sindaco, da un amministratore o un dipendente comunale, ma anche da persone esterne purché abbiano avuto la delega scritta dal sindaco e depositata in prefettura. A conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che il matrimonio è una cosa seria.



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Il Messaggero