Ardea, famiglie in difficoltà: il Comune apre i suoi appartamenti

Ardea, famiglie in difficoltà: il Comune apre i suoi appartamenti
Inutile lasciare chiusi gli appartamenti di proprietà comunale, benché abusivi: meglio assegnarli temporaneamente alle persone in difficoltà. Va in questo...

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Inutile lasciare chiusi gli appartamenti di proprietà comunale, benché abusivi: meglio assegnarli temporaneamente alle persone in difficoltà. Va in questo senso la decisione dell’amministrazione M5S di Ardea di dare un tetto a quanti non hanno una casa e non possono permettersi di pagare l’affitto. Queste case, una decina in tutto, sono all’interno del serpentone delle Salzare, il complesso immobiliare alle porte di Tor San Lorenzo costruito sull’antico porto romano di Ardea. La concessione edilizia è stata revocata alla fine degli anni novanta, rendendo l’intero immobile abusivo e acquisito al patrimonio comunale. L’ultima palazzina, la “e”, meta di continue occupazioni abusive e caratterizzata da degrado ambientale e sociale, sta per essere demolita dall’amministrazione, ma le altre quattro strutture resteranno in piedi. 

Gran parte delle unità immobiliari sono state acquistate da famiglie che stanno pagando ancora il mutuo, anche se ormai non sono più di loro proprietà perché diventate comunali. Per questo alcuni residenti hanno deciso di lasciare spontaneamente quelle case, riconsegnando le chiavi al Comune. Si tratta di appartamenti già abitabili che, qualora restassero liberi, potrebbero scatenare gli appetiti di persone in cerca di un alloggio da occupare. «Il numero è in progressivo aumento, dobbiamo fare in fretta – spiega il sindaco Mario Savarese – per questo abbiamo dato mandato agli uffici di predisporre una lista di persone seguite dai servizi sociali a cui assegnare queste case in via temporanea». 

«Nel territorio del Comune di Ardea – si legge nella delibera di indirizzo – si riscontrano situazioni familiari di estremo disagio da parte degli uffici competenti nonché il perdurare di una grave situazione di precarietà abitativa». Le persone saranno dunque scelte in base all’effettivo stato di bisogno delle famiglie già in carico al Comune. L’assegnazione temporanea avverrà mediante ordinanza sindacale per ogni singolo nucleo familiare individuato dagli assistenti sociali. Ciascuna famiglia sarà comunque chiamata a riconoscere un contributo simbolico, pochi euro, per poter entrare in quelle case e dovrà garantire il pagamento mensile del canone. Discorso diverso per quelle persone, un centinaio circa, che invece sono in graduatoria per l’assegnazione di un alloggio popolare: case libere di proprietà dell’Ater non ci sono. Una buona notizia è arrivata comunque ieri mattina dalla Regione, che ha stanziato un totale di 45mila euro per sistemare tre alloggi pubblici a Tor San Lorenzo e nel centro storico.
 

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Il Messaggero