MARMARIS – I distacchi del primo stage del Rally di Turchia, appena duemila metri contro il tempo, sono già sorprendentemente significativi. Fra la Hyundai i20...
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Il francese non ha nascosto di aver avuto un problema dopo il salto che gli ha impedito di frenare come voleva. La prova della regione della Mugla è inedita nel calendario iridato, perché l'ultimo rally di Turchia, corso nel 2010, si era consumato lungo un altro tracciato. Alle spalle di Mikkelsen (che ha auspicato una maggiore benevolenza da parte della dea bendata) si è inserito Craig Breen con la prima Citroen C3. Il distacco fra i due è di 2,5 secondi.
Ott Tänak (59 punti su 60 nelle ultimi due gare) è terzo con la Toyota Yaris a 2,8 secondi: nello shakedown si era piazzato quarto. Cioè la posizione che occupa adesso Neuville, che era stato il più veloce nella “prova generale”, quando aveva preceduto proprio Ogier. Come era già accaduto anche in Germania, lo stage inaugurale è diventato una passerella per i piloti del Wrc2. Il polacco Kajetan Kajetanowicz (Ford Fiesta), il primo dei gommati Pirelli (gli altri montano Michelin), l'ha chiusa con lo stesso crono del belga. Alle sue spalle c'è Jan Kopecký (Skoda Fabia R5) a 3,4 secondi dalla vetta.
Seguono poi Esapekka Lappi (Toyota) a 3,5'', Mads Ostberg (Citroen) a 3,9'', Jari Matti Latvala (Toyota) a 4'' ed Efyn Evans (Ford) a 4,3''. Gli altri piloti del Wrc1 sono già fuori dai dieci, incluso Ogier, preceduto fra gli altri anche da Simone Tempestini con la Citroen C3 R5. Venerdì si fa sul serio con sei cronometrate per un totale di quasi 147 chilometri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero