Vitelli (Top Thousand): «L'ibrido si espande e le nostre flotte saranno sempre più green»

Top Thousand è il centro studi o l’agorà che riunisce le aziende con almeno mille veicoli in flotta
ROMA - Riccardo Vitelli è il fleet&mobility manager di Terna, società che gestisce le reti di trasmissione dell’energia elettrica in Italia, ma anche il...

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ROMA - Riccardo Vitelli è il fleet&mobility manager di Terna, società che gestisce le reti di trasmissione dell’energia elettrica in Italia, ma anche il presidente di Top Thousand, il centro studi o – come lui stesso lo definisce – l’agorà che riunisce le aziende con almeno mille veicoli in flotta.


Da chi è nata l’idea di Top Thousand?
Io ho messo il seme, poi è stata sviluppato con il contributo di amici, come me fleet&mobility manager di grandi aziende. Abbiamo iniziato ad incontrarci in occasione di eventi parlando delle aree di miglioramento e delle nostre esigenze, poi ci è sembrato giusto creare un’agorà nostra all’interno della quale poterci confrontare.

Top Thousand è nato perché, con la sempre maggiore attenzione delle aziende di noleggio verso i professionisti e le PMI, pensate che le grandi flotte abbiano poca voce all’interno di Aniasa?
Io sono stato tra i soci fondatori di Aniasa, che è un’altra cosa. Il problema che i responsabili di flotte di 50-100 veicoli con altri che, come Terna, ne ha oltre 1.500 o altri ancora che ne hanno anche oltre 10mila, affrontano problemi completamente diversi. Ecco perché abbiamo creato questo osservatorio: riunire i F&M manager delle aziende che hanno problematiche ed esigenze similari.

Di fatto però la massa critica media delle aziende associate in Aniasa si sta rimpicciolendo. Quali sono dunque le problematiche tipiche delle grandi flotte?
Il fatto stesso di essere presenti dalla Sicilia all’Alto Adige e di avere mezzi di ogni tipo sono particolarità che non tutti hanno. Ad esempio, molte aziende, anche importanti come le municipalizzate, sono invece radicate soltanto localmente e si muovono in un’area circoscritta. Noi invece abbiamo bisogno di assistenza capillare e di schede carburante che vadano bene dalle Alpi all’Etna, inoltre sentiamo di più alcune tematiche importanti come la sicurezza attiva e passiva sui nostri veicoli. Non che gli altri non lo facciano, ma noi di più.

E il corporate car sharing aziendale si sta diffondendo tra le grandi aziende?
Sì e quelle che lo hanno introdotto hanno verificato che c’è un’ottimizzazione negli spostamenti del 12%, un dato di rilievo che si trasforma in grandi risparmi.
A quali risultati siete già pervenuti o le altre problematiche siete riusciti ad enucleare?
Abbiamo verificato che i nostri parchi auto stanno diventando sempre più green: in media 120 g/km di CO2, anche grazie all’accelerazione del ricambio dei parchi e all’introduzione sempre più massiccia di auto elettriche e ibride.
Quali sono le sue previsioni per questo tipo di propulsioni all’interno dei grandi parchi?

È un cambiamento ormai irreversibile. Si parla di batterie al grafene che offriranno un rendimento superiore del 25% con costi inferiori e autonomie più elevate. Se sarà davvero cosi, le aziende potranno investire sempre di più nell’elettrico. L’ibrido infine è sempre più presente, sia sui veicoli ad uso promiscuo sia operativi.
E invece che cosa pensa della telematica dell’automobile?
Da una nostra inchiesta sappiamo che oltre il 50% stanno già applicando la black box o strumenti telematici che verificano l’utilizzo e la posizione dei veicoli anche per la sicurezza. Ci sono spazi per sfruttarne il potenziale anche per ottimizzare i costi.

Esiste ancora spazio per l’acquisto e la gestione diretti delle flotte?
La gestione diretta è ormai una cosa del passato e, sempre secondo la nostra inchiesta, oltre l’80% delle grandi aziende fruisce del Noleggio a Lungo Termine. Invece il fleet management potrebbe essere utilizzato sempre di più e che, in ogni caso, l’outsourcing per la gestione dei servizi è essenziale per poter lavorare bene.
E invece come vede l’outsourcing di servizi di mobilità più ampliati da parte delle grandi aziende?
Sono convinto che tra qualche tempo non si parlerà più di fleet&mobility manager o di travel manager, ma tutto ciò che è spostamento sarà unificato e si parlerà di mobilità a 360 gradi e non più soltanto di fleet o mobility o travel.


Quale sarà per le grandi aziende nel futuro l’intermediario preferenziale per la mobilità?
Penso che tutti gli attori coinvolti nella mobilità – case automobilistiche, noleggiatori, assicuratori, etc. – abbiamo qualcosa da dare o da ricevere e non vedo un solo interlocutore, ma tanti che vogliono collaborare per migliorare il servizio automotive e raggiungere l’obiettivo si soddisfare a pieno tutti i clienti interni. Ma se domani ci fosse una sola entità in grado di farlo a pieno, ben venga.


 
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Il Messaggero