Via la patente a chi guida ubriaco, in arrivo pronuncia Consulta. Per Corte d’Appello Milano, irragionevole la revoca automatica

Un controllo con l'etilometro
Mentre il Consiglio dei ministri si prepara a varare una nuova stretta su chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti , la Corte costituzionale si...

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Mentre il Consiglio dei ministri si prepara a varare una nuova stretta su chi si mette alla guida ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti , la Corte costituzionale si appresta a pronunciarsi su una norma importante del Codice della strada : quella che prevede l’applicazione automatica della revoca della patente al guidatore che in stato di ebbrezza provoca un incidente, anche in mancanza di feriti o danni. La questione è stata sollevata dalla Corte d’appello di Milano, che giudica «sproporzionato e irragionevole» l’attuale quadro di sanzioni, visto che punisce allo stesso modo condotte tra di loro diverse per gravità,e sarà discussa domani alla Consulta in udienza pubblica. Al centro del caso c’è un agente di commercio che aveva perso il controllo della sua auto ed era finito contro il guard rail, senza provocare danni a nessuno (nemmeno a se stesso) , tant’è che che era riuscito a riposizionare il veicolo in strada con l’aiuto di alcuni passanti ed era pronto a ripartire.

Ma alla prova del palloncino era risultato avere un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro e per questo era stato condannato dal tribunale di Milano a 8 mesi di arresto e 7.200 euro di ammenda : tenuto conto che non c’erano feriti e che si trattava di un incensurato, il giudice che gli aveva sospeso la pena, ma era comunque scattata la revoca della patente di guida in quanto sanzione amministrativa accessoria automatica alla condanna. Un grande problema per l’uomo: trattandosi di un agente di commercio, che per esigenze legate alla sua attività doveva spostarsi frequentemente sul territorio, la revoca della patente incideva sulla sua capacità di mantenere il lavoro. Di qui la decisione della sua difesa di presentare appello e chiedere ai giudici del grado superiore di sollevare la questione di illegittimità costituzionale sulla norma -l’articolo 186 comma 2 bis - che prevede l’automatismo, impedendo al magistrato di irrogare una sanzione graduata alle circostanze del caso concreto, in contrasto con il principio della proporzionalità della pena ma anche con quello di uguaglianza e ragionevolezza.

Per la difesa c’è anche infatti «un’insanabile disparità di trattamento» , visto che a seguito di una sentenza della Consulta del 2019 sul codice della strada, oggi il guidatore che provoca per negligenza la morte di una persona, purchè non ubriaco, può essere punito con la sola sospensione della patente. La Corte d’appello di Milano condivide la tesi della difesa e nell’ordinanza con cui ha trasmesso gli atti alla Consulta definisce «ingiustificato» punire necessariamente con la revoca della patente il conducente in stato di ebbrezza, ma che non abbia recato lesioni o danni. 

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Il Messaggero