Venezia: intesa tra Comune e Toyota per la mobilità sostenibile e il car sharing ibrido

Favorire la realizzazione di un sistema di mobilità urbana sostenibile per il Comune e la Città metropolitana di Venezia, basato sull'impiego delle tecnologie ibrida e ad idrogeno delle quali Toyota Motor Italia è leader mondiale. É questo l'obiettivo
VENEZIA - Quando si parla di attirare investimenti a Venezia, il Comune mostra di puntare molto in alto, verso una delle più grandi industrie a livello mondiale e leader...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA - Quando si parla di attirare investimenti a Venezia, il Comune mostra di puntare molto in alto, verso una delle più grandi industrie a livello mondiale e leader nel campo dei motori ibridi e a idrogeno. Va letto così l’accordo siglato ieri con Toyota, con il quale Ca’ Farsetti (ma anche la Città metropolitana) dà carta bianca all’azienda per progettare e presentare entro tre mesi un sistema di mobilità sostenibile (meno impattante, meno inquinante e meno basata sull’uso di mezzi privati) "chiavi in mano" che comprenda sia la parte di terra che del traffico acqueo.

 


Un impegno molto ambizioso, che la Casa nipponica intende portare avanti per promuovere a livello mondiale la diffusione delle sue auto a celle a combustibile, come la Mirai, che in giapponese significa "Futuro". In particolare, sul territorio di Venezia e quello più ampio della città metropolitana, il sistema già funzionante da molti anni del car sharing verrà implementato con vetture ibride di nuova concezione. Attualmente il parco automobili di Avm consta di 43 macchine, tra cui due ibride e una elettrica. È prevista poi la valorizzazione delle modalità di trasporto a basse emissioni e una innovativa piattaforma integrata di mobilità sperimentale a idrogeno, con l'impiego di alcune "Mirai". Alla firma del protocollo d’intesa c’erano il sindaco Luigi Brugnaro e l'amministratore delegato di Toyota Motor Italia, Andrea Carlucci.

Molto soddisfatto il sindaco. «È il primo progetto di questo genere in Europa - commenta - e la cosa è molto seria. La settimana prossima andrò in Giappone e incontrerò i dirigenti di Toyota a livello mondiale per un coinvolgimento ai massimi livelli sul progetto. Le ricadute ambientali sono importanti, ma lo è anche il fatto che questa città si ponga con una grande sfida industriale e tecnologica. L'ambiente non si difende solo dicendo no a tutto, ma intervenendo, dandosi da fare per cambiare le cose. E poi ci sono le barche. Vedremo in Giappone se riusciamo a studiare qualcosa, qualche modello reale».

Entusiastico anche il commento di Carlucci, che il sindaco aveva incontrato a Bruxelles qualche mese fa. Proprio nella capitale belga era maturata l’idea di una collaborazione. «Offriremo a Venezia un progetto "chiavi in mano" - specifica l’Ad di Toyota Italia - e offriamo la nostra disponibilità anche per realizzare alcuni suoi punti. Il progetto riguarderà ogni forma di mobilità, sia di terra che di acqua e nessuna tecnologia disponibile a livello industriale sarà esclusa. Grazie a questo accordo vogliamo dimostrare a Venezia e all’Italia, come il futuro della mobilità sia già disponibile e pronto a raccogliere le sfide delle amministrazioni virtuose che mettono il benessere della società e dei propri cittadini al centro del proprio programma.


Equipaggiare il car sharing con una flotta interamente ibrida è una delle opzioni, poiché nel circuito urbano le auto vanno per il 70 per cento della percorrenza a propulsione elettrica. Questo grande progetto per la città - conclude - consentirà di sperimentare sistemi innovativi, che sono a ricaduta zero sotto il profilo ambientale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero