Uber, perdita netta di 157 mln di dollari nel I° trimestre, ricavi su a 8,82 mld di $. I clienti al mese sono a 130 milioni (+13%)

Un'auto della multinazionale californiana del trasporto privato
Il gruppo Uber ha chiuso il primo trimestre con una perdita netta di 157 milioni di dollari. La perdita per azione si attesta a 8 centesimi di dollaro, risultato comunque migliore...

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Il gruppo Uber ha chiuso il primo trimestre con una perdita netta di 157 milioni di dollari. La perdita per azione si attesta a 8 centesimi di dollaro, risultato comunque migliore delle attese degli analisti. La multinazionale californiana del trasporto privato ha registrato nel periodo di riferimento ricavi per 8,82 miliardi di dollari, risultato che migliora notevolmente i 6,85 miliardi di dollari del primo trimestre 2022. L’Ebitda adjusted ha raggiunto i 761 milioni di dollari, anche in questo caso un risultato migliore delle attese. Nelson Chai, cfo della società di San Francisco, ha messo l’accento sulla «redditività record» e sul free cash flow, assicurando: «Siamo pronti ad incrementare ulteriormente la redditività nel secondo trimestre».

L’importo totale delle prenotazioni effettuate dall’applicazione è salito del 19% nel primo trimestre, a 31,4 miliardi di dollari, trainato da un aumento del 40% della domanda di viaggi in auto con conducente. Meno marcata la crescita della domanda di consegne di pasti (+8%). In totale, gli autisti Uber hanno effettuato una media di 24 milioni di viaggi al giorno e il numero di clienti attivi al mese è aumentato del 13% a 130 milioni. Per l’amministratore delegato del gruppo, Dara Khosrowshahi, il fatto che autisti e addetti alle consegne preferiscano lavorare con Uber piuttosto che con altre piattaforme ha consentito alla sua azienda di «rispondere meglio alla crescente domanda».Circa 5,7 milioni di autisti e addetti alle consegne hanno guadagnato 13,7 miliardi di dollari, mance incluse, nel trimestre. Per il secondo trimestre, Uber prevede un Ebitda compreso tra 800 milioni e 850 milioni di dollari.

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Il Messaggero