WASHINGTON - La politica dell’America First vale anche per l’industria automobilistica. «Voglio vedere più auto costruite negli Stati Uniti» dice...
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L’incontro alla Casa Bianca è convocato per parlare degli standard sulle emissioni di auto ed è l’occasione per Trump di discutere anche dell’accordo di libero scambio del Nafta, la cui rinegoziazione potrebbe avere un impatto notevole sull’industria delle quattro ruote americana. «Non ne sono un fan» chiarisce Trump che dell’abolizione del Nafta così come è ne ha fatto uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale. Le trattative per rivedere l’accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico sono in corso, ma i tempi stringono. Lo speaker della Camera, Paul Ryan, avrebbe fissato nel 17 maggio la scadenza ultima per un’intesa: spingersi oltre non consentirebbe al Congresso a maggioranza repubblicana di esprimersi prima delle elezioni di medio termine di novembre, viste con timore dalla destra americana.
«Vedremo cosa succede per il Nafta: è stato un accordo terribile» spiega Trump. L’industria dell’ auto segue con attenzione gli sviluppi sulle trattative perchè il Nafta - firmato dall’ex presidente Bill Clinton nel 1994 - è ritenuto vitale per il settore. Secondo gli analisti infatti la possibilità di un’ auto tutta ‘Made in Usà non esiste: esistono invece auto ‘assemblate negli Stati Unitì con componenti che arrivano da tutto il mondo, soprattutto dal Messico. Cancellare il Nafta potrebbe quindi avere conseguenze forti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero