Trump cancella taglio emissioni auto voluto da Obama. Epa: «Standard troppo alti»

Donald Trump
WASHINGTON - L’amministrazione Trump cancella un altro pezzo dell’eredità Obama, annunciando la retromarcia sulla riduzione delle emissioni inquinanti delle...

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WASHINGTON - L’amministrazione Trump cancella un altro pezzo dell’eredità Obama, annunciando la retromarcia sulla riduzione delle emissioni inquinanti delle auto e dei camion. La mossa, ventilata da tempo, è stata confermata ufficialmente da Scott Pruitt, il controverso capo dell’agenzia per la protezione ambientale (Epa), che il capo dello staff della Casa Bianca John Kelly vuole licenziare a causa di una serie di scandali e che Donald Trump continua a difendere perché sta attuando la sua agenda come un rullo compressore. «La decisione dell’amministrazione Obama era sbagliata», ha commentato Pruitt. Sotto il presidente Obama l’agenzia «aveva tagliato il processo di valutazione di medio termine per convenienza politica, aveva fatto supposizioni sugli standard che non concordavano con la realtà e fissato standard troppo alti», ha spiegato. Le regole fissate nel 2012 - note come standard Corporate Average Fuel Economy (Cafe) - miravano a ridurre le sostanze inquinanti rilasciate nell’aria aumentando progressivamente l’efficienza del carburante in tutti i modelli offerti dai produttori a 54,5 miglia per gallone (pari a 4,32 litri ogni 100 km). Pruitt, invece, ha dichiarato che lavorerà con la National Highway Traffic Safety Administration per stabilire standard «più appropriati».


La revisione dell’Epa riguarderà i veicoli immatricolati tra il 2022 e il 2025. «È la decisione giusta», esulta la Alliance of Automobile Manufacturers, l’unione dei produttori d’ auto concentrati a Detroit. «La Ford e Trump si stanno preparando per un’aria più sporca con la riduzione degli standard sulle emissioni», ha twittato invece Greepeace Usa, una delle tante associazioni ambientaliste che escono sconfitte da questa ulteriore marcia indietro di Trump sul fronte ambientale, bollata come un vero e proprio regalo all’industria dell’ auto. All’orizzonte si intravede inoltre un vero e proprio scontro legale e politico tra l’amministrazione ed almeno 12 stati Usa, a partire dalla California, che intendono mantenere norme anti-inquinamento più dure rispetto a quelle federali. Il rischio è di dividere il Paese in due mercati distinti, con alcune auto autorizzate a circolare solo negli stati più permissivi e non in quelli più virtuosi. Ma ora l’Epa intende cancellare l’esenzione che permette alla California di imporre standard più alti in virtù del Clean Air Act.


Intanto Pruitt è sempre più nell’occhio del ciclone per i suoi viaggi esosi, gli alti costi per la sua sicurezza e più recentemente i 50 dollari a notte per un appartamento a Washington di proprietà di lobbisti del settore cui è preposto. Kelly vuole silurarlo nei prossimi mesi ma il tycoon lo difende a spada tratta esortandolo a «tenere la testa alta» e a «continuare a combattere»: la deregulation sembra più importante degli scandali che offuscano il governo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero