Toyota patteggia con gli Usa: sanzione di 1,2 miliardi per i difetti all'acceleratore

Il numero uno di Toyota, Akio Toyda
NEW YORK - Toyota patteggia negli Stati Uniti e cerca di lasciarsi alle spalle uno dei capitoli più dannosi della storia della società. La casa automobilistica giapponese...

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NEW YORK - Toyota patteggia negli Stati Uniti e cerca di lasciarsi alle spalle uno dei capitoli più dannosi della storia della società. La casa automobilistica giapponese raggiunge un accordo con il Dipartimento di Giustizia, che le commina una sanzione da 1,2 miliardi di dollari, la più pesante mai inflitta a un costruttore di auto.


Una cifra, stabilita al termine di quattro anni di indagini penali sul difetto all'accelerazione che ha causato feriti e morti (e ha spinto Toyota a richiamare 9,4 milioni di auto), e che rappresenta un avvertimento per General Motors, il colosso nel mirino delle autorità americane per motivi simili tanto che, nel corso della conferenza stampa per l'annuncio dell'accordo, il procuratore generale Preet Bharara, si è confuso riferendosi a General Motors invece che a Toyota.

«La condotta di Toyota è stata vergognosa. I marchi del gruppo sono stati tutelati più dei consumatori» afferma il ministro della Giustizia americano, Eric Holder. Toyota ha «intenzionalmente nascosto informazioni e ingannato il pubblico» mette in evidenza Holder, lanciando allo stesso tempo un avvertimento che, indirettamente sembra rivolto a Gm. «Altre case automobilistiche - precisa Holder - non dovrebbero ripetere l'errore di Toyota». «Toyota ha affrontato un'emergenza di sicurezza pubblica come se fosse un semplice problema di relazioni pubbliche» aggiunge Holder, augurandosi che Toyota riveda le «proprie pratiche» e che le riveda «anche l'industria. Il caso sia un modello per come trattiamo casi di società in situazioni simili».

In base all'accordo, la casa giapponese si impegna a cooperare con un monitoraggio indipendente che rivedrà le dichiarazioni pubbliche e di regolamentazione sul fronte della sicurezza. L'intesa include la presentazione di accuse penali da parte delle autorità federali, accuse che saranno ritirate dopo tre anni se Toyota manterrà gli impegni presi. «Toyota ha messo le vendite prima della sicurezza. La mancanza di riguardo di Toyota per la sicurezza del pubblico è oltraggiosa», mette in evidenza George Venizelos, il responsabile dell'indagine su Toyota per l'Fbi.


Toyota ammette le proprie colpe: «ce ne assumiamo la piena responsabilità. L'accordo, anche se difficile, è un passo per lasciarci questo sfortunato capitolo alle spalle» afferma il responsabile legale di Toyota in Nord America, Christopher Reynolds. Toyota ha inizialmente negato in pubblico e con le autorità di essere a conoscenza del difetto all'acceleratore, ma le indagini dell'Fbi hanno rinvenuto che Toyota sapeva che che il problema stava peggiorando. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero