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Tesla vietata in Cina per i militari e i funzionari delle aziende di interesse cruciale per la sicurezza nazionale. La sua circolazione all'interno di spazi sensibili potrebbe permettere l'estrapolazione di segreti, che la casa automobilistica potrebbe poi cedere all'intelligence statunitense o vendere a quella di altri paesi.
La raccomandazione del governo di Pechino è fatta sulla base di un rapporto appena stilato, che nella sostanza promuove le vetture di Elon Musk al grado di potenziali agenti dello spionaggio Usa.
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I sospetti
Le Tesla di ultima generazione sono tutte dotate di un sistema di autopilota che in molti dei mercati nelle quali le auto sono vendute resta disattivato, in attesa di omologazione. Parte integrante del sistema sono i sensori di rilevamento gps, e una grande quantità di telecamere che riprendono immagini per identificare gli ostacoli, ed informare il computer centrale per le operazioni di guida. Nell'analisi finale del documento, le Tesla sono quindi macchine di spionaggio molto sofisticate, la cui circolazione va limitata fuori dagli spazi che è bene proteggere da occhi indiscreti.
L'iniziativa è a cavallo tra la strategia difensiva del paese che è stata invocata per giustificarla, e l'aperta provocazione nei confronti degli Usa.
L'assemblaggio
Musk ha costruito a Shanghai un gigantesco impianto per l'assemblaggio delle sue auto da vendere sul territorio cinese, primo mercato al mondo per le vetture elettriche. Le linee di assemblaggio della fabbrica sono capaci di produrre 450.000 vetture l'anno, quasi l'intero volume del mezzo di milione di Tesla vendute l'anno scorso.
Un investimento colossale, che il produttore-inventore di origine sud africana ha finanziato con l'avanzata irresistibile delle azioni della società sulla borsa di Wall Street. Un contributo di peso all'economia cinese, al punto che il governo ha deciso di premiare la Tesla, eliminando per la prima volta le tasse che gravano su un'azienda straniera che va a produrre sul suo territorio. Il sodalizio è in vigore da soli due anni, ma appare già vulnerabile agli imprevedibili sbalzi di umore della politica.
Sarà anche un caso, ma la misura restrittiva nei confronti delle Tesla arriva mentre i rappresentanti dei due paesi, riuniti ad Anchorage in Alaska per la prima volta dall'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, da due giorni si prendono a pesci in faccia con accuse reciproche. Da una parte il segretario di Stato Anthony Blinken rinfaccia ai cinesi le violazioni dei diritti umani a Xinjiang, nel Tibet e a Hong Kong; dall'altra il funzionario del Partito del popolo Yang Jiechi che rilancia su Black lives matter e tensioni razziali negli Stati Uniti. Il dibattito è stato così rovente, e i cinesi hanno violato con tanta arroganza il protocollo che assegna limiti temporali agli interventi, che gli organizzatori dell'incontro sono stati costretti a cacciare i giornalisti dalla sala del dibattito, per affrontare lo scambio fuori dai denti. La disputa nel frattempo sembra aver prodotto un rovesciamento di identità nel campo dello spionaggio che vale la pena di sottolineare: una volta le automobili erano uno dei gadget a portata di mano per James Bond. Oggi i cinesi ci dicono che la Tesla è la nuova 007, un'affermazione che può apparire prematura, ma forse è già non molto lontana dalla realtà.
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Il Messaggero