Sicurezza stradale, stanchi al volante? E' come aver bevuto un litro di vino

Il cruscotto con la tazzina di caffé di una Mercedes: quando la spia è accessa chi è al volante è troppo stanco
ROMA - Se ti metti al volante stanco o assonnato sei a rischio: è come se avessi bevuto fino a un litro di vino in una sola ora. ...

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ROMA - Se ti metti al volante stanco o assonnato sei a rischio: è come se avessi bevuto fino a un litro di vino in una sola ora.

E la cosa preoccupante è che non ci sono strumenti per calcolarlo: in fondo chi ha bevuto potrebbe anche evitarlo o il suo tasso alcolico può essere misurato con l’etilometro o con le analisi, mentre il guidatore assonnato procede in un rischio assoluto, che non si può misurare e la cui origine risale a stili di vita faticosi e purtroppo spesso non modificabili, invece che essere causato da una bevuta abbondante.

Insonnia.
In questo quadro si inserisce il pericolo della c.d. “apnea notturna” (OSAS), che hanno le persone che dormono poco e male e che provoca una sonnolenza diffusa che si trascina per tutto il giorno, molto pericolosa per chi si mette al volante o affronta lavori particolarmente delicati. Uno studio della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, realizzato in collaborazione con Mercedes-Benz Italia nell’ambito di iniziative per la sicurezza stradale e presentata in un convegno promosso dall’IdEA, associazione per la tuterla e valorizzazione della figura professionale dell’ ingegnere, ha rilevato che almeno il 10% della popolazione soffre d’insonnia a causa proprio dei disturbi del sonno e i metodi classici come la tazzina di caffè non sono sufficienti a scongiurare il pericolo di causare un incidente.

O ubriachezza.
La stessa ricerca ha evidenziato un dato terrificante: chi ha sonno è come se fosse ubriaco, fortemente ubriaco, è come se avesse bevuto in un’ora fino ad un litro di vino. Spesso appunto la sonnolenza deriva dall’OSAS, frutto di un sonno poco riposante ed efficace, sindrome che affligge più di due milioni di italiani, dei quali però addirittura il 95% non è cosciente di esserne preda. Queste persone, secondo lo studio, quando si mettono al lavoro o alla guida rischiano un incidente con un coefficiente di rischio del 3,71%, che risulta più che doppio rispetto a quello dell’1,68% abitualmente provocato da chi assume alcol o droghe.

Contributi.
La Mercedes-Benz partecipa alla ricerca di nuove tecnologie per la sicurezza sulle strade, ha dichiarato Cesare Salvini, Direttore Marketing MB Italia, “con l’ambizioso obiettivo di un mondo senza incidenti. In linea con i nostri valori e visto l’elevato peso sociale ed economico del fenomeno, diffuso e latente, abbiamo deciso di riservare un’attenzione particolare al problema dei colpi di sonno al volante non solo con soluzioni tecnologiche come, ad esempio, l’Attention Assist, ma stringendo anche un’alleanza scientifica con la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno, al fine di studiare interventi costruttivi e mirati”.
Ricordiamo che l’Attention Assist è quel sistema di bordo che è in grado, analizzando il comportamento del guidatore e tantissimi altri parametri, di riconoscere l’affaticamento alla guida che si manifesta attraverso una progressiva disattenzione e stanchezza alla guida stessa e interviene con una serie di segnali acustici ed ottici, anche facendo vibrare il volante, indirizzati verso il guidatore che in questo modo capisce che è arrivato il momento di fermarsi. Infatti secondo la Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno almeno un incidente stradale su cinque è causato da un colpo di sonno e l’unico rimedio per scongiurarlo è quello di effettuare una sosta con un breve pisolino in auto.

L’unica soluzione.
Purtroppo lo studio della fondazione ci dice che questa soluzione della breve dormita, ripetiamo l’unica percorribile con successo, è adottata soltanto dal 4% degli intervistati, mentre la maggioranza usa sistemi empirici e di scarsissima efficacia, come scendere dall’auto e passeggiare, alzare il volume della radio o bere qualcosa, o addirittura, ma per fortuna sono solo il 5% degli intervistati, aumentare la velocità per essere più concentrati! E le conseguenze? Molto ma molto meglio dormire un po’, non è vero? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero