Soldini e John Elkann volano su Maserati Multi70 ma la barca perde un timone

Il trimarano Maserati Multi70
LOS ANGELES - Maserati Multi70, il trimarano volante oceanico di Giovanni Soldini, è impegnato nella Transpacific Race 2017, regata di 2.225 miglia da Los Angeles...

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LOS ANGELES - Maserati Multi70, il trimarano volante oceanico di Giovanni Soldini, è impegnato nella Transpacific Race 2017, regata di 2.225 miglia da Los Angeles (California) a Honolulu (Hawaii). Sulla barca con le insegne del tridente modenese naviga, agli ordini di Soldini, un equipaggio composto da sei velisti, tra i quali anche il presidente di FCA John Elkann; gli altri sono gli spagnoli Carlos Hernandez e Oliver Herrera e gli italiani Guido Broggi, Vittorio Bissaro e Francesco Malingri.


La partenza è avvenuta con venti leggeri e nelle prime fasi di regata le condizioni meteo hanno penalizzato la barca italiana. Ne hanno tratto vantaggio, invece, i due trimarani americani Phaedo3 e MightyMerloe, scappati in testa. Soldini ha confidato negli alisei per “prendere il volo” con la sua barca, che in condizioni di vento forte può raggiungere velocità straordinarie. E in effetti così è stato. Il distacco è stato notevolmente ridotto e tutto lasciava pensare ad un finale in crescendo del multiscafo italiano.

Ma un imprevisto ha rimesso tutto in discussione. Maserati ha urtato infatti un oggetto galleggiante non identificato che ha distrutto il timone destro. Soldini e i suoi uomini hanno dovuto dunque fare affidamento solo sul timone centrale per governare la barca: un handicap non indifferente, che tuttavia non ha scoraggiato l’equipaggio italo-spagnolo, tanto che in alcune fasi Maserati ha raggiunto punte di velocità di 30 nodi.

Alle 12 ora italiana della mattina del 10 luglio (le 24 del 9 luglio alle Hawaii), Maserati Multi70 stava navigando su una rotta a Nord Ovest (300 gradi) a 27,8 nodi di velocità con 423,5 miglia ancora da percorrere fino all’arrivo a Diamond Head, di fronte a Honolulu. Gli avversari Phaedo3 e Mighty Merloe si trovavano invece, rispettivamente, a 384,2 e 376,4 miglia dall’arrivo.
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Il Messaggero