Silk-Faw, spunta la pista araba per il piano di rilancio. Nuovi prototipi e fondi da sceicchi per l’azienda, ok del tribunale

Silk-Faw, ora spunta la pista araba per il rilancio
REGGIO EMILIA - Il tribunale di Reggio Emilia ha dato l’ok al piano di risanamento presentato da Silk-Faw, la joint venture sino-americana delle supercar elettriche di lusso...

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REGGIO EMILIA - Il tribunale di Reggio Emilia ha dato l’ok al piano di risanamento presentato da Silk-Faw, la joint venture sino-americana delle supercar elettriche di lusso sportive, concedendo 120 giorni di tempo per attuarlo. L’azienda aveva annunciato due anni fa di volersi insediare con un mega polo produttivo in un’area da 36 ettari a Gavassa di Reggio Emilia, ma non è mai andata neppure a rogito per il terreno. Prima gli addii dei top manager, poi i mancati pagamenti a fornitori e dipendenti hanno portato la magistratura e la guardia di finanza ad aprire un’inchiesta per truffa e fondi ‘nerì nei paradisi fiscali dai quali provenivano i finanziamenti. Infine gli aiuti revocati da parte di Regione Emilia-Romagna che sosteneva il progetto e poi lo stralcio delle varianti urbanistiche del Comune di Reggio Emilia.

Tutto ciò ha portato Silk-Faw a portare i libri in tribunale per aprire una procedura di composizione negoziata della crisi al fine di fronteggiare una situazione debitoria che si aggira attorno ai 26 milioni di euro. Nonostante le difficoltà - secondo l’azienda «dettate dalla crisi geopolitica che non ha consentito gli investimenti» - la società tenta il rilancio. Come si legge nell’edizione odierna de il Resto del Carlino di Reggio Emilia che riporta i dettagli della documentazione depositata al giudice, Silk-Faw «punta, nei prossimi sei mesi, a produrre tre nuovi prototipi di autovetture da presentare al salone internazionale di Ginevra che si terrà a Doha, in Qatar, dal 5 al 14 ottobre». Sulle risorse finanziare per ripianare il buco di bilancio, si citano gli investitori: «30 milioni di dollari della Giga Carbon Neutrality, società leader mondiale nella fornitura di sistemi vehicle-to-everything e »5 milioni di dollari« del gruppo dello sceicco degli Emirati Arabi “Abdulla Al Masaood & Sons”, una multi-industry attiva in diversi settori: gioielli, yacht, automotive, trasporti cargo via mare.

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Il Messaggero