Exor, un semestre d'oro per la holding Agnelli: triplicati gli utili, ora arriva Ferrari

John Elkann, numero uno di Exor
​TORINO - Sono stati sei mesi d'oro per Exor, la holding del gruppo Agnelli, quelli che hanno preceduto l'acquisto del colosso delle riassicurazioni PartnerRe e...

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​TORINO - Sono stati sei mesi d'oro per Exor, la holding del gruppo Agnelli, quelli che hanno preceduto l'acquisto del colosso delle riassicurazioni PartnerRe e l'aumento dell'investimento nel gruppo che pubblica The Economist. La prima metà del 2015 si è chiusa infatti con un utile consolidato di 219,3 milioni, più che triplicato rispetto allo stesso periodo del 2014 (57,4 milioni).


Ha influito soprattutto l'utile conseguito da Fca ma anche le maggiori plusvalenze su cessioni di partecipazioni (63,8 milioni). Conti molto positivi, quindi, quelli illustrati da John Elkann nella prima riunione al Lingotto del nuovo board, con il vicepresidente Sergio Marchionne. La previsione è di chiudere il 2015 con un risultato positivo sia a livello consolidato sia per la capogruppo. Il Nav (Valore Netto degli Attivi) ha raggiunto al 30 giugno i 12,8 miliardi a fronte dei 10,1 al 31 dicembre 2014, mentre il patrimonio netto consolidato ammonta a fine semestre a 8,5 miliardi di euro, 553 milioni in più rispetto a fine 2014.

La posizione finanziaria netta è positiva per 132,8 milioni, 429,7 in meno rispetto a fine 2014 per gli investimenti effettuati tra i quali l'acquisto del 9,9% di PartnerRe. In cassa oggi Exor ha 1,8 miliardi di euro ai quali si aggiungeranno quasi 1,28 miliardi di dollari con il completamento entro l'anno della cessione della società immobiliare Cushman & Wakefield: parte di questa cifra con le disponibilità derivanti da linee di credito e prestiti verrà utilizzata per l'operazione PartnerRe.

Nel semestre è iniziato il riassetto delle partecipazioni. Oltre alla vendita a Dtz della quota in Cushman & Wakefield che genererà una plusvalenza di circa 722 milioni di dollari, è stato ceduto anche il residuo 10,8% di Sequana per 18,7 milioni con una plusvalenza di 4,1 milioni. Poi sono arrivati i grandi colpi estivi. Con l'accordo per acquisire PartnerRe per 6,9 miliardi di dollari, il più grande investimento effettuato dagli Agnelli, Exor ha riequilibrato il portafoglio che con Fiat Chrysler era sbilanciato sull'auto.


Fca, con ancora in pancia Ferrari, rappresenta un terzo delle attività di Exor, lo stesso peso che ha il settore delle riassicurazioni. Ci sono poi le altre grandi partecipazioni: Cnh Industrial, Juventus ed Economist, in cui la holding è salita al 43,4% diventando il maggiore azionista. Completerà la trasformazione di Exor la conquista del controllo diretto della Ferrari, dopo la separazione della casa di Maranello da Fca: con lo spin-off previsto all'inizio del 2016 la holding degli Agnelli diventerà il primo azionista del Cavallino con una quota del 24% che, grazie al meccanismo del voto multiplo olandese, peserà molto di più e faciliterà il controllo.


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Il Messaggero