Seat, avviato progetto Diana per auto a guida autonoma. Una App per programmare spostamenti automatizzati

Una Seat Leon a guida autonoma
BARCELLONA - Diana è un progetto nato per esplorare le potenzialità della guida autonoma, avviato da Seat in collaborazione con l’Automotive Technology...

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BARCELLONA - Diana è un progetto nato per esplorare le potenzialità della guida autonoma, avviato da Seat in collaborazione con l’Automotive Technology Center della Galizia. Protagonista una Seat Leon dotata di 5 sensori lidar, 5 radar, 6 telecamere, 12 ultrasuoni e 8 computer che gli danno una visione a 360 gradi e capacità di muoversi in autonomia. «La mole di dati generata dai dispositivi sulle situazioni di traffico, viene elaborata e inviata ad un modulo di localizzazione - spiega Oriol Mas, ingegnere R&D di Seat - Questo consente all’auto di sapere dove è posizionata e quali ostacoli ci sono nei suoi dintorni. Quindi è in grado di decidere dove deve andare ed esegue autonomamente azioni su volante, freni, acceleratore e cambio», aggiunge Oriol. Nel prototipo Diana, il conducente cede il controllo al veicolo, che assume le funzioni di autista.

In caso di problemi il veicolo restituisce il controllo al guidatore che deve rimanere all’erta nel caso in cui debba riprendere in mano lo sterzo. Diana ha tre funzioni: Autonomo Chauffeur, quando il sistema prende il controllo in situazioni di traffico a bassa velocità per eseguire manovre di start-stop; Automated Valet Parking, un servizio di parcheggio senza conducente; e Summoning, che utilizza un’app per prelevare il proprietario dalla sua posizione e guidarlo verso una destinazione mirata. La vettura è stata testata presso lo stabilimento Seat di Martorell e, più recentemente, su un circuito urbano chiuso al traffico e controllato.

Diana ha raggiunto il livello 3 di autonomia su una scala che ne prevede cinque. «È importante continuare a sviluppare e testare questa tecnologia per garantire che il sistema sia sicuro al 100%», afferma Oriol. Man mano che i livelli di autonomia aumentano, aiutano a ridurre gli incidenti e possono aiutare a ridurre gli ingorghi. «In futuro, un veicolo con maggiore autonomia sarà in grado di offrire e favorire nuovi servizi di mobilità intelligente ed eliminare la congestione nelle grandi città e nelle aree con viabilità difficile» conclude l’ingegnere.

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Il Messaggero