«Siamo felici di poter festeggiare il 50mo compleanno di Michael domani con voi e vi diciamo grazie, dal profondo dei nostri cuori, per poterlo fare insieme», scrive la famiglia che, «come regalo per Michael» ha annunciato per domani la creazione di una app per celebrare i suoi successi. «Michael può essere orgoglioso di ciò che ha raggiunto, e anche noi - aggiungono Corinna, Mick e Gina - Ecco perché ricordiamo i suoi successi con la mostra di Michael Schumacher a Colonia, pubblicando ricordi sui social e continuando la sua opera di beneficenza attraverso la Keep Fighting Foundation. Vogliamo ricordare e celebrare le sue vittorie, i suoi record e il suo entusiasmo.
Potete stare certi che è nelle migliori mani e che stiamo facendo tutto quanto umanamente possibile per aiutarlo», conclude la famiglia che invita a rispettare la privacy del campione: «Vi preghiamo di capire che stiamo seguendo i desideri di Michael, se teniamo un argomento così sensibile come la salute, come è sempre stato, nella privacy. Allo stesso tempo, vi ringraziamo per la vostra amicizia e vi auguriamo un anno sano e felice 2019». Ancora amatissimo in tutto il mondo, Schumacher taglia la soglia dei 50 anni circondato da un alone di mistero, anche se le parole ieri di Luca di Montezemolo e oggi della famiglia e di Jean Todt aiutano a coltivare qualche speranza.
«Spero che possa succedere qualcosa ma non voglio dire altro, se non che so che Michael lotta, che ha tanta determinazione e una famiglia magnifica intorno», le parole dell'ex presidente della Ferrari a cui oggi ha fatto eco anche il suo ex braccio destro ai tempi della 'Rossà, Jean Todt, alla Gazzetta («Vedremo ancora tanti Gp insieme»). resta il fatto che in questi ultimi, difficili 5 anni, dalla blindatissima villa di Losanna non è filtrato nulla, con la famiglia, la storica portavoce Sabine Kehm e gli amici più intimi a mantenere una cortina di riserbo quasi inscalfibile. La 'Bild' ha scritto giorni fa che il tedesco «non è più in pericolo di vita» e dieci persone sono impegnate nella riabilitazione, mentre per stimolarlo gli viene anche fatto ascoltare il rombo del motore del suo bolide. Quello che un tempo era il suo vecchio ufficio si è ora trasformato in una stanza di cura super attrezzata e «niente è rimasto intentato per velocizzare la guarigione».
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Il Messaggero