Salvini: «Decarbonizzazione deve essere perseguita con buon senso, rispettando la neutralità tecnologica»

Matteo Salvini intervistato dal direttore di Quattroruote Gianluca Pellegrini nel corso del Quattroruote Next
«Puntare solo sul tutto elettrico per costruite la mobilità del futuro significa fare una scelta che ci metterebbe in una posizione di subalternità rispetto ad...

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«Puntare solo sul tutto elettrico per costruite la mobilità del futuro significa fare una scelta che ci metterebbe in una posizione di subalternità rispetto ad altri Paesi e ad altri settori produttivi». Parole di Matteo Salvini che, intervistato dal direttore di Quattroruote Gianluca Pellegrini nel corso del Quattroruote Next, primo appuntamento dedicato al futuro dell’automotive, ha ribadito la sua perplessità nei confronti della strategia comunitaria che prevede per il 2035 l’addio alla produzione di auto endotermiche in Europa.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha però ricordato che nel 2026 Bruxelles farà il punto su questa scadenza, auspicabilmente con «una nuova commissione e non con un organo che sembra voler complicare la vita ad aziende che stanno già investendo sull’elettrico prendendo decisioni anti-economiche, anti-industriali e anti-ambientali che sembrano giocare a favore della Cina e del suo sistema produttivo».

Evidenziando come gli ultimi sviluppi del dibattito nell’ambito delle istituzioni comunitarie abbiano aperto qualche crepa nelle “certezze granitiche” della Commissione, il ministro ha ribadito la sua visione che l’obiettivo dell’ineluttabile e non più rinviabile decarbonizzazione possa essere perseguito con buon senso, rispettando la neutralità tecnologica e non percorrendo un’unica strada, ma ricorrendo a tutte le soluzioni possibili e partendo dalla convinzione che l’idea di abbandonare nei prossimi decenni le fonti fossili sia soltanto «una pia illusione».

Niente pregiudizi ideologici, quindi, come il rifiuto aprioristico del nucleare senza tenere conto dei progressi registrati sul piano della sicurezza dalle centrali di ultima generazione come «gran parte degli oltre 100 che in questo momento sono attivi in tutti Europa, compresi alcuni Paesi che nell’opinione comune sono considerati i più avanzati sulla strada dell’economia green».

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Il Messaggero