Salone Francoforte, domina la Germania. Nell’edizione 2019 pochi costruttori non tedeschi

Salone Francoforte, domina la Germania. Nell’edizione 2019 pochi costruttori non tedeschi
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FRANCOFORTE - Parla praticamente solo tedesco l’edizione 2019 del Salone Internazionale dell’Automobile di Francoforte, che si aprirà al pubblico il prossimo 12 settembre con l’importante anteprima per la stampa e gli addetti ai lavori nelle giornate di martedì 10 e mercoledì 11 settembre. Se si scorre l’elenco delle novità sotto ai riflettori nei uattro padiglioni della Frankfurter Messe (erano otto nell’ultima edizione, quella del 2017) si leggono infatti solo marche e nomi che fanno capo all’industria tedesca, direttamente o indirettamente in quanto aziende estere controllate da Gruppi con sede in Germania. È il caso di Mini (brand britannico ma parte di Bmw), di Lamborghini (Gruppo Audi, a sua volta controllato da Volkswagen), di Bugatti, Seat e Skoda (Gruppo Volkswagen).


Diverso il caso di Opel, che è tedesca ma è di proprietà della francese PSA o, ancora, della Hyundai che è coreana al 100% ma ha la sede europea, assieme al centro stile e al centro R&D a pochi chilometri da Francoforte. Ad essere precisi sono soltanto tre le aziende non completamente agganciate per qualche ragione alla “locomotiva” tedesca ad avere scelto la IAA 2019 per presentare le loro novità: la francese Renault (che attraverso l’Alleanza con Nissan e Mitsubishi ha comunque in atto una stretta collaborazione con la Daimler), la giapponese Honda e la britannica McLaren. Di rilievo anche la presenza delle grandi aziende tedesche della componentistica, guidate dal “colosso” Bosch e con altri grandi protagonisti come Continental, Hella, Pierburg, ZF, Webasto e Schaeffler, con la contrattposizione degli altri player del settore, come Brembo, Delphi, Denso, Valeo e Borg Warner.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero