Ruggiero (Aniasa): «Le varie anime della mobilità avranno confini sempre più sfumati»

Fabrizio Ruggiero, presidente di Aniasa e amministratore delegato di Europcar Italia
ROMA - Una mobilità dai confini sempre più sfumati sempre più “webbizzata”, pronta ad aprirsi ad un sana competizione con nuovi attori, compresi...

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ROMA - Una mobilità dai confini sempre più sfumati sempre più “webbizzata”, pronta ad aprirsi ad un sana competizione con nuovi attori, compresi quelli automotive. Questa è la visione di Fabrizio Ruggiero, presidente di Aniasa e amministratore delegato di Europcar Italia. I dati del primo trimestre dicono che il mercato si sposta di più verso i privati, ma il noleggio continua a crescere, soprattutto quello a breve. Ci sarà un riequilibrio? Sì, sia con i privati sia tra NLT e RAC sul quale ha pesato la Pasqua anticipata. Il mercato che cresce fornisce, in ogni caso, un’indicazione positiva.


Per quanto ci riguarda, lo scorso anno abbiamo fatto +15,8%, la flotta è cresciuta di 5 punti e il fatturato di 3 punti. Per il 2016 vediamo un +10% con +2% di fatturato. La clientela NLT dei privati cresce, ma quale tratti ha? È una clientela che ha cambiato paradigma mentale: per disporre di una cosa non bisogna necessariamente esserne proprietari. Questo è il risultato del car sharing, della sharing economy e di un’offerta molto più flessibile: non solo il classico 3-4 anni a 30.000 km/anno tutto compreso, ma anche 12 mesi o 6 anni a 10.000 km/anno con i servizi che il cliente vuole. E per il noleggio a breve? Qui storicamente la clientela b-2-c per il 50% è privata ed è fondamentalmente turistica. Il crollo dei prezzi dei biglietti aerei ha innescato una crescita del settore airport, un allargamento dell’offerta e una segmentazione per fasce diverse, così come avviene in altri settori leisure: low cost, generalista e premium. Il car rental cittadino del futuro è il car sharing?

L’Aniasa si è aperta al car sharing nella convinzione che i confini tra NLT, RAC e CS siano destinati ad essere superati e ad essere sempre meno definiti e definibili. Ci sarà sempre di più un cliente che, di fronte ad un’esigenza di mobilità, valuterà la soluzione migliore per lui e possiamo immaginare anche un car rental “unmanned” totalmente automatizzato grazie allo smartphone. È successo con il car sharing, potrebbe succedere anche al rent-a-car. Occorre cambiare la normativa che obbliga l’operatore di verificare direttamente stato e patente del cliente, ma oggi la tecnologia consente di farne la scansione, cosa che prima non era possibile. Questa concatenazione delle offerte di mobilità porterà ad un rimescolamento degli attori e all’ingresso di altri? Il rimescolamento è già realtà e, insieme alla selezione naturale e al consolidamento, sono intrinseci in ogni nuovo modello di business: ci sarà una sana battaglia nella quale vedremo nuovi attori in entrata, altri in uscita, altri ancora entreranno ed usciranno presto.

L’obiettivo sarà intercettare le esigenze del cliente nella maniera più efficace ed efficiente possibile offrendogli il numero maggiore di soluzioni. Un domani, quando un cliente dovrà muoversi, metterà il dito sull’app di un’azienda di noleggio o altro? Tutte e due. Se oggi guardo il car rental, posso rivolgermi direttamente alla singola azienda o utilizzare aggregatori e comparatori on line. È un meccanismo ormai tipico nel comportamento d’acquisto per molti tipi di beni e servizi che – mi passi il termine – si sono “webbizzati” prima di noi. Il mercato della mobilità vale più del doppio di quello dell’automotive e le case, dalle quali sono nate le aziende di noleggio, vogliono tornare a recitarvi un ruolo.

Come vede il ritorno dell’industria del metallo verso il servizio? Io credo che siano corsi e ricorsi. Più che l’attrattiva di un mercato nuovo e più ampio, è la prospettiva della riduzione di quello per loro tradizionale a spingerli verso i servizi di mobilità. Non vedo un trend che si materializzerà in pochissimo tempo: le case proveranno a fare più cose per cercare di capire, ma rimarranno legate al mondo auto. Secondo me, l’elemento più dirompente sarà la vettura autonoma: a quel punto, l’auto che non ha bisogno del guidatore si allontanerà ancora di più dal concetto di proprietà.

 
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Il Messaggero