Ruffinoni (NTT Data Italia): «L’automobile? Una piattaforma di IT su 4 ruote»

Walter Ruffinoni, ad di NTT Data Italia
ROMA - La fiducia nella tecnologia farà la differenza. Lo pensa Walter Ruffinoni, parlando del crescente ruolo dell’Information Technology all’interno...

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ROMA - La fiducia nella tecnologia farà la differenza. Lo pensa Walter Ruffinoni, parlando del crescente ruolo dell’Information Technology all’interno dell’automobile. «Vent’anni fa – ricorda l’ad di NTT Data Italia – per le case ci occupavamo solo di IT per usi interni come Finance e CRM, oggi invece hanno bisogno di noi per inserire all’interno dell’automobile le tecnologie necessarie a trasformare i loro prodotti. E noi li aiutiamo ad affrontare questa complessità»


Che cosa può fare un’azienda NTT per una casa automobilistica oggi?
«Tante cose, che prima non avevano a che fare con le automobili le quali però stanno migrando da un mondo fisico ad un mondo sempre più informatico. Sta succedendo quello che è capitato con la telefonia: dal vecchio telefono fisso, oggi abbiamo smartphone dove il telefonare è diventato marginale e che hanno una capacità di calcolo che prima avevano aziende di grandi dimensioni. L’automobile sta diventando una piattaforma IT su 4 ruote».

Che cosa vi chiedono le case?
«Alcune ci chiedono di accompagnarle nella conoscenza delle nuove tecnologie come le piattaforme in grado di gestire una grande quantità di dati, in particolare quelli non strutturati provenienti dai sensori. Alcune ci chiedono come far dialogare dispositivi diversi che parlano linguaggi diversi, altre come implementare piattaforme cloud o come migliorare l’esperienza per l’utente. Altre ancora ci chiedono di progettare tutta la connected car, ovvero tutto quello che lega l’auto a ciò che la circonda, che è poi la condizione fondante perché un domani possa guidare da sola».

La questione dei dati implica un discorso più ampio sulla sicurezza…
«Tutto ciò che è smart e informatizzato ha, come rovescio della medaglia, la vulnerabilità. La sicurezza è uno dei punti chiavi che determinerà o meno il successo dell’auto in futuro. La tecnologia crea naturalmente reticenze. Bisognerà abbattere il muro psicologico di fronte al pensiero di andare su strada guardando il volante che gira da solo sapendo però che la nostra sicurezza migliorerà enormemente. Tecnologicamente siamo pronti, gli aerei sono così da anni, ma manca ancora una regolamentazione che porterà anche le compagnie assicurative, molto probabilmente, ad assicurare non più l’utilizzatore, ma il costruttore di auto»

I giovani hanno un ottimo rapporto con le nuove tecnologie, ma si stanno allontanando dall’automobile. Nel futuro si potrebbero riavvicinare?
«Sicuramente, ma il loro approccio sarà molto più utilitaristico. Soprattutto per quelli con meno di 25 anni l’automobile non è più un simbolo di affermazione sociale, ma per loro è naturale condividerlo, entrarvi e trovare connettività e la possibilità di ascoltare la propria musica e vedere i propri video. Loro sentono utili e vicine le tecnologie, ne sono rassicurati. Ecco perché per loro il fattore psicologico non sarà un problema».

 
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Il Messaggero