Rosberg, Niki Lauda: «Ce l'ha detto due giorni fa, la Mercedes è sotto choc»

VIENNA Non è facile sbalordire un tipo come Niki Lauda che nella sua vita ne ha fatte di tutti i colori. Ci è riuscito Nico Rosberg, il neo campione che l'ex...

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VIENNA Non è facile sbalordire un tipo come Niki Lauda che nella sua vita ne ha fatte di tutti i colori. Ci è riuscito Nico Rosberg, il neo campione che l'ex pilota austriaco ha sostenuto più di altri in Mercedes e che ancora la domenica dopo la gara di Abu Dhabi aveva criticato il comportamento ostruzionistico e quindi a suo avviso poco sportivo di Hamilton. «Noi, io e Toto Wolff, lo sapevamo da due giorni e, onestamente, quando ce lo aveva detto, eravamo rimasti di stucco. Era stato come subire uno choc. Io sono uno che pensa sempre a tutto e in squadra siamo persone navigate. Ma è chiaro che non c'era nulla che faceva presagire una simile decisione di Rosberg».


Per lei, tre volte iridato, come si spiega un rifiuto a continuare a correre in F1, quando si è ancora giovani e si sta vivendo il momento più bello della carriera?.
«Per quello che so, il titolo è come mettere il turbo, senti che puoi spingere ancora più forte. Sei pieno di motivazioni e vedi il futuro con molto ottimismo. E' evidente che lui ha metabolizzato la situazione in maniera opposta. Ha sentito l'attività come un peso e un'oppressione insostenibile e colto l'opportunità di abbandonare mentre era arrivato al livello più alto che possa raggiungere un pilota. Gli ho chiesto anche se era sicuro, se lo era al 100 per cento, di volersi ritirare. Nico mi ha risposto: al 1000!'. A quel punto non potevo neppure ribadire, fare un tentativo di convincerlo a cambiare idea. E' stato molto chiaro. E pensare che ha anche rinunciato a un mucchio di milioni».

La Mercedes, che stava soltanto pensando alla macchina del 2017, ora si trova a dover cercare un pilota all'altezza...
«È sicuro che in questo momento tutti i piloti vorrebbero correre con una delle nostre monoposto. Neppure la presenza di un compagno di squadra impegnativo come Hamilton potrebbe essere un problema. Anzi, un driver pensa sempre di essere comunque il più forte. Noi potremmo anche avere dei nomi che ci interessano. Ma siamo di fronte a eventuali complicazioni perchè ci sono dei contratti in corso».

Lei e Wolff, che è il responsabile operativo della Mercedes, avete già programmato una serie di incontri, anche con i vertici della Casa madre?

«Dovremo isolarci e discutere, valutare ogni possibilità, tenendo conto che dobbiamo mettere insieme una formazione molto forte. Insomma ricominciare un po' da capo. Non è un disastro ma un problema da risolvere». L'opzione più gettonata, sulla carta, è quella di prendere direttamente dalla Manor, dove lo aveva sistemato la stessa Mercedes, il ventiduenne Pascal Wehrlein che, dopo essere stato il più giovane vincitore della storia del campionato DTM, ha dato impressioni positive durante la stagione. L'ostacolo è la poca esperienza.

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Il Messaggero