Riforma della Pa, l'Aci sul Pra: «Passarlo alla Motorizzazione non sta in piedi»

Il presidente dell'Aci Angelo Sticchi Damiani
ROMA Stare dalla parte degli automobilisti nel momento più difficile del settore “automotive” in Italia. Mercato dimezzato, consumi dei carburanti in picchiata, spread del...

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ROMA Stare dalla parte degli automobilisti nel momento più difficile del settore “automotive” in Italia. Mercato dimezzato, consumi dei carburanti in picchiata, spread del traffico alle stelle, con grandi problemi per la sicurezza (i nostri tassi di incidente e di vittime sono fra i più alti d’Europa) e l’inquinamento ambientale. Un compito delicato quello di Angelo Sticchi Damiani che da due anni guida l’Aci.


Ingegnere per uscire dalla crisi l’Europa ci chiede di rinnovare e semplificare, non è arrivato il momento di avere un documento unico per l’auto?

«Certo che sì, si può fare facilmente, ci sono già le strutture necessarie. Basta deciderlo».

Allora il Pra non serve più, si può cancellare?

«Assolutamente no, il Pra serve eccome. Le auto sono un bene che deve essere registrato. Hanno provato a toglierlo nel Regno Unito e sono tornati indietro, anche in Albania da qualche tempo lo hanno istituito. Senza un registro dei veicoli è il caos».

Nella delega sulla Pa è tornata l’ipotesi di passarlo alla Motorizzazione?

«Non sta in piedi. Aumenterebbe complessità e costi. Loro trattano dati tecnici dei veicoli, noi quelli sensibili delle persone, è un’altra cosa. È per questo che il Pra è un istituto giuridico vigilato dal Ministero della Giustizia. Noi abbiamo dimostrato di avere l’esperienza e le competenze per gestire questo delicato compito. Lo Stato dovrebbe assumere molte persone per un lavoro che l’Aci effettua a costo zero. E allo Stato siamo pronti ad offrire anche altri servizi senza chiedere compensi».

Per come la racconta l’Aci sembra una struttura perfetta.

«È sicuramente un centro di eccellenza. Alcune nostre società sono un fiore all’occhiello, il nostro bilancio è in attivo. Abbiamo la Sara Assicurazioni, l’Aci Global per il soccorso stradale e poi Aci Informatica che dà lavoro ad oltre 500 persone».

Che cosa pensa della riforma al Codice della Strada? Dell’introduzione del reato di omicidio stradale e della misura definita “ergastolo della patente”?


«In linea di principio sono d’accordo: chi guida sotto il pesante effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti non ha giustificazioni. Ma bisogna essere cauti e trattare il tema con attenzione. Una disgrazia può accadere anche a persone normali e responsabili. Bisogna trovare un equilibrio, non si può distruggere la vita di una persona che si è sempre comportata correttamente, va valutata la sua storia».

Lei è il presidente del Club degli automobilisti, ma a volte non è un po’ severo con loro?

«Cioè?»

Vuole lo stop alle agevolazioni fiscali per le vetture vecchie e sostiene anche che nelle città l’uso dell’auto va ridotto.

«Tutto vero. Ma gli automobilisti sono anche cittadini. E se la mobilità non funziona sono i primi ad essere penalizzati. Dobbiamo analizzare le cose fatte nelle città degli altri paesi dove si vive meglio, potenziare i servizi pubblici e tutelare le categorie più deboli come i ciclisti o i pedoni: una pista ciclabile non realizzata con criterio è meglio non averla. Se riusciamo ad individuare chi circola senza polizza diminuiranno i premi per gli altri. Togliere alle auto con più di 20 anni le agevolazioni riservate alle vere “storiche” contribuirebbe ad abbassare l’età media, aumentando la sicurezza e riducendo le emissioni. Gli introiti in più per l’Erario potrebbero essere utilizzati per incentivare il ringiovanimento del parco circolante».

Cosa accadrà al GP d’Italia? È vero che Ecclestone vuole toglierlo a Monza?


«Non credo sia questo l’intento. Bernie è un grande uomo d’affari ed un eccellente organizzatore e fa le sue mosse. Ci sono dei problemi che vanno affrontati, bisogna mettersi intorno a un tavolo e agire: non si può negare che alcuni aggiornamenti all’impianto vanno fatti. Jean Todt tiene molto a quella gara e se serve scenderà in campo anche l’Aci, ma sono ottimista sul futuro di Monza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero