Referendum stoppa espansione Tesla in Germania. No dei cittadini di Gruenheide all’ampliamento di una fabbrica

Lo stabilimento Tesla vicino a Berlino
BERLINO - Tegola “democratica” in pure stile «Nimby» (non nel mio cortile) per l’ auto elettrica e Tesla in Germania: come sottolinea oggi il sito...

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BERLINO - Tegola “democratica” in pure stile «Nimby» (non nel mio cortile) per l’ auto elettrica e Tesla in Germania: come sottolinea oggi il sito del Financial Times, i residenti della città di Gruenheide, nell’est del Paese, hanno respinto a larga maggioranza un piano di espansione massiccia dell’unico impianto di assemblaggio europeo del produttore automobilistico statunitense. Il 65% dei votanti in un referendum locale si è opposto al piano di Tesla, che prevede l’abbattimento di 100 ettari di foresta per far posto a una stazione ferroviaria, magazzini e un asilo nido. Il voto, avvenuto ieri, non era vincolante ma i consiglieri comunali affermano che rispetteranno la volontà della comunità. Ancora oggi non era chiaro se il piano di espansione sarà ancora presentato in Consiglio comunale per l’approvazione o se sarà ritirato.

Il voto rappresenta una battuta d’arresto per Elon Musk, cinque anni dopo aver stupito l’industria automobilistica tedesca annunciando che avrebbe costruito la sua prima «gigafactory» in Europa vicino a Berlino, lanciando il guanto di sfida a un’industria ancora legata alle auto a benzina e diesel. La fabbrica, inaugurata nel marzo 2022, impiega 12.500 persone e produce 6.000 veicoli elettrici alla settimana. Ma Tesla ha piani ambiziosi per espandere la capacità da 500.000 auto all’anno a 1 milione. Per farlo, avrà bisogno di ulteriore spazio per la logistica. Di recente Tesla aveva dovuto sospendere la produzione per circa due settimane perché l’interruzione del traffico di container causata dagli attacchi missilistici degli Houthi alle navi nel Mar Rosso l’ha privata di componenti indispensabili. Un maggior numero di magazzini potrebbe consentire di accumulare scorte più consistenti di componenti, evitando così future interruzioni.

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Il Messaggero