BAKU - Fratelli coltelli. Ma non ci sono colpevoli. La Red Bull, dopo la collisione fra Ricciardo e Verstappen, ha preferito evitare polemiche ed eventuali altri strascichi...
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«Noi - ha aggiunto il manager inglese - gli permettiamo di correre liberamente e anche di sorpassarsi. Di queste cose parliamo spesso nelle riunioni e le regole dovrebbero essere chiare. Però riescono a esagerare. Questa volta ci sono stati probabilmente tre incidenti tra loro durante la gara. Si sono urtati con le ruote. Li abbiamo avvertiti: dovete calmarvi. Non vogliamo interferire sul loro comportamento agonistico, però c’è un limite. Non vogliamo dare la colpa a uno o all’altro. Sono tutti e due responsabili. La nostra intenzione è di continuare a lasciarli liberi di lottare ma devono mostrare rispetto reciproco e per la squadra. Gli abbiamo anche ricordato che guadagnano molto e devono anche fare gli interessi della Red Bull».
Verstappen, che non è ingenuo, anche se giovanissimo, ha preso la palla al balzo sulla questione delle responsabilità. «Non importa com’è successo - ha raccontato -. È semplicemente una cosa negativa per il team, perché non saremmo mai dovuti finire uno addosso all’altro. Prima avevamo fatto delle belle battaglie, dure ma corrette. C’era stato anche qualche lieve contatto, niente di che, cose che possono accadere. Certamente, però, nessuno di noi avrebbe mai voluto essere protagonista di un incidente del genere». L’olandese dopo un faccia a faccia con Ricciardo, ha assicurato che non ci saranno problemi con il compagno di squadra: «Il team lavora alla grande nella gestione dei piloti - ha dichiarato Max -. Le altre squadre non permettono mai che ci sia gara libera tra compagni. Noi ne parleremo ancora, cercheremo di capire cosa possiamo fare per migliorare in futuro. Dal canto mio, mi sono spiegato già con Daniel e lo farò anche con i vertici della squadra a Barcellona».
Stesso discorso per Ricciardo, il quale evidentemente istruito da Horner non ha manifestato la rabbia che mostrava in volto dopo l’incidente. Al punto da avere persino ammesso di avere frenato in ritardo. «Eravano presi da una bella sfida - ha raccontato - e la mia macchina era molto veloce. Ho pensato che avrei potuto superare Max anche con una certa facilità. Ed ero così preso dall’azione che non ho avuto il tempo di rallentare quando lui si è spostato». Difficile credergli. Comunque una figuraccia l’hanno fatta anche i commissari sportivi che hanno giudicato il tamponamento come un “incidente di gara” e hanno affibbiato a due piloti soltanto un’ammonizione. Ricciardo e Verstappen non si sono fatti nulla perché queste macchine sono veramente sicure. Il terribile, pericoloso e spettacolare tamponamento fra le Red Bull, avvenuto a oltre 200 km/h, è stato in ogni caso fra gli episodi più eclatanti della gara, insieme all’improvviso ritiro di Bottas a due giri dalla fine. Fra l’altro la collisione fra le macchine di Daniel e Max ha causato l’intervento della safety car che poi, nel complesso, ha condizionato il risultato insieme a una sciagurata uscita di pista contro un muretto di Grosjean che ha lasciato sull’asfalto del detriti della sua Haas, responsabili della foratura del finlandese.
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Il Messaggero