Red Bull Soapbox Race, salti e chicane fra balle di fieno con musica e show dell’equipaggio

Uno dei partecipanti alla Soapbox Race
ROMA - L’ultima volta che la Red Bull Soapbox Race ha toccato l’Italia è stato il 28 settembre 2014 a Torino e in quell’occasione vinse l’equipaggio...

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ROMA - L’ultima volta che la Red Bull Soapbox Race ha toccato l’Italia è stato il 28 settembre 2014 a Torino e in quell’occasione vinse l’equipaggio milanese “Let There Be Rock”. Titolo alla AC/DC svolto a suon di musica con un breve incipit di mazurka. Poi i 4 dell’equipaggio si manifestano nella loro vera natura: parte “Shoot to Thrill” e sembra di vedere Angus Young in pantaloncini che scalcia con la sua chitarra insieme a Brian Johnson e – per questa immaginifica occasione – ad Axel Rose e Keith Richards, arrivato probabilmente a dire come si rotola meglio in discesa. La soapbox è una “guicar”, ovvero una vettura circondata ai lati da 3 chitarre e dietro ha un amplificatore che comincia a sparare il riff di “Back to black”, fatto a fette dalla voce lancinante di Brian Johnson (quello vero). A questo punto la giuria solleva i numeri con i propri voti per l’esibizione, Axel Rose e Angus Young (quelli finti) si mettono il casco, montano sulla loro soapbox e si lanciano nei 500 metri di discesa, intervallati da salti e chicane, tra due ali di balle di fieno e folla festante fino all’arrivo.

 

Questa è stata la gara dei vincitori dell’edizione di Torino e, in modo analogo si svolgerà quella che il 24 giugno avrà luogo a Roma, lì dove già duemila anni fa le corse con le quadrighe di Ben Hur erano il pane circense degli abitanti della Città Eterna. Peccato che al Circo Massimo non vi siano discese, ma Piazza di Siena, dove la Red Bull Soapbox Race Italiana avrà luogo, evoca comunque i cavalli e bisognerà essere matti come loro per raccogliere la sfida.

Il regolamento è semplice: la carretta-soapbox deve essere fatta tutta in casa, avere sterzo e freni inoltre non può essere più lunga di 3 metri, più larga di 1,8 e più alta di 2,5 metri nonché distante da terra non meno di 15 cm. Non deve pesare più di 100 kg (pilota escluso) e non deve avere motori, benzina, batterie, cavi elettrici, catapulte, postbruciatori o tutto quello che ognuno di noi ha buttato in cantina e può dare una spinta supplementare a quella data dalla forza di attrazione terrestre. Ad ogni modo, basta andare su http://www.redbullsoapboxrace.com e scaricare l’application kit, una dicitura solenne per una modulistica che di serio e burocratico ha ben poco. Le uniche pagine vuote servono per fornire entro il 26 marzo il progetto della soapbox con relativa performance, che non vuol dire prestazioni e velocità, bensì creatività. E vi conviene sbrigarvi perché per 70 posti disponibili pare che le domande siano già migliaia.


Il partecipare sarebbe dunque già un bel premio, ma una gara è una gara. Per l’equipaggio primo classificato c’è un fine settimana alla Red Bull Terrazza del Misano World Circuit “Marco Simoncelli” in occasione del Moto GP di Misano; per i secondi c’è una visita alla scuderia Toro Rosso a Faenza e un corso di guida sicura presso l’autodromo di Imola. Per i terzi c’è un garage tour presso l’Autodromo di Monza durante il Gran Premio di Monza. Ecco a cosa può portare fare il folle sulla cima di una collina. Ma questi erano i Beatles.
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Il Messaggero