PARIGI - «Il traguardo si avvicina», osserva Les Echos, riferendosi alla partita Psa-Opel che tiene col fiato sospeso gli addetti ai lavori in Francia e in Europa....
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L’alleanza permetterebbe di creare un gruppo da 4,3 milioni di veicoli, di cui 3 milioni in Europa, e generare 2 miliardi di utile grazie alla «progressiva convergenza delle piattaforme e dei motori», scrive Les Echos. Il 23 febbraio, dopo la presentazione dei risultati di Psa e l’incontro tra il ministro dell’Economia, Michel Sapin, e l’omologa tedesca, Brigitte Zypries, era arrivato anche il via libera dei due governi. L’interesse di Psa è che Opel «resti un’azienda tedesca. Nel nostro portafoglio vogliamo, semplicemente, un marchio tedesco», martellava quel giorno Tavares nel tentativo, apparentemente riuscito, di rassicurare le parti sociali in Germania. Il manager portoghese ha poi garantito che il piano di risanamento sarà redatto dalla direzione e dagli stessi impiegati di Opel. Per Psa il 2016 è stato il terzo anno di crescita consecutivo.
Dati positivi che hanno consentito al management di convincere i principali azionisti del gruppo - la famiglia Peugeot, il cinese Dongfeng, ma anche lo Stato - dell’opportunità del matrimonio. Psa punta ormai a un margine operativo superiore ai 4,5% nel biennio 2016-2018, contro il 4% precedente. Lo scorso anno, Gm ha venduto 1,1 milioni di veicoli per un fatturato di 16 miliardi di euro e una perdita di 257 milioni. Ma dal 2000 le sue attività in Europa segnano perdite superiori ai 15 miliardi.
Il Messaggero