Il Ministero: «Ecco le 3,8 milioni di auto senza polizza. Ora bisogna intervenire»

Il tagliando dell'assicurazione: 3,8 milioni di auto in Italia sono senza copertura
ROMA - «Abbiamo realizzato un imponente archivio informatico che incrocia anche i dati dei veicoli con quelli delle polizze assicurative e sono stati individuati i 3,8 milioni di...

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ROMA - «Abbiamo realizzato un imponente archivio informatico che incrocia anche i dati dei veicoli con quelli delle polizze assicurative e sono stati individuati i 3,8 milioni di automobilisti evasori che possono essere sanzionati anche grazie alla prova fotografica di telecamere Ztl e Tutor».


Lo afferma il sottosegretario ai trasporti Erasmo D'Angelis commentando la novità introdotta dal Ministero per verificare se i veicoli sono in regola con gli obblighi assicurativi. A proposito dello stralcio dell'articolo sull'Rc auto dal Destinazione Italia, D'Angelis osserva: «Massimo rispetto per il lavoro parlamentare, ma lo stralcio di questa mattina dei provvedimenti sulle assicurazioni auto dal decreto Destinazione Italia rischia di riportare alla casella di partenza anche la lotta serrata alle frodi assicurative con strumenti adeguati al livello di evasione, che stanno producendo illegalità, insicurezza stradale, omissioni di soccorso e difficoltà nei risarcimenti dei danni a migliaia di cittadini».

«Speravamo nella modifica del sistema degli accertamenti per sostenere il prezioso lavoro delle forze dell'ordine, nazionali e locali, e spero che il Parlamento - aggiunge - possa velocemente approvare il nuovo disegno di legge che conterrà l'articolato stralciato, grazie al quale sono possibili le sanzioni anche attraverso Ztl e tutor. Abbiamo l'obbligo di superare il record negativo che ci vede unico paese europeo con dieci auto su cento che circolano senza assicurazione e, per una volta, la modernizzazione dei processi con la completa digitalizzazione della motorizzazione civile, prima amministrazione dello Stato a farlo, ci consentono di adeguare strutture e strumenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero