Progetto SciAbile, Alex Zanardi il fenomeno: «Per questi ragazzi ci sarò sempre»

Al centro Alex zanardi ed il presidente di BMW Italia Sergio Solero con alcuni dei protagonisti del progetto SciAbile
SALICE D’ULZIO - Se Christian Ghedina e Konrad Kurt Ladstätter interpretano l’anima sciistica di SciAbile, Alex Zanardi ed Emiliano Malagoli ne rappresentano nel...

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SALICE D’ULZIO - Se Christian Ghedina e Konrad Kurt Ladstätter interpretano l’anima sciistica di SciAbile, Alex Zanardi ed Emiliano Malagoli ne rappresentano nel modo più efficace il lato rieducativo e sociale. Reduci entrambi da drammatici incidenti (in gara nel 2001 l’ex pilota di Formula 1, su strada dieci anni dopo il motociclista) hanno dimostrato con i fatti quale aiuto possa dare lo sport per superare traumi e menomazioni.

 

Pur senza aver mai abbandonato del tutto l’automobilismo competitivo (anzi, l’inattesa e netta vittoria di ottobre al Mugello «mi ha gasato, e ha gasato anche Bmw che potrebbe darmi una vettura ufficiale per qualche gara), si è dedicato al paraciclismo con risultati che non ammettono repliche: 4 ori e 2 argenti olimpici tra Londra 2012 e Rio 2016, 8 titoli mondiali e 2 secondi posti negli anni non olimpici.

Adesso Alex, 50 anni appena compiuti, un grande amore per SciAbile («per questi ragazzi ci sarò sempre») e la voglia di continuare con il paraciclismo dedicandosi di più al triathlon, sta meditando si un’ideuzza maturata proprio sulle nevi di Sauze: «Affrontando queste ripide discese mi sono convinto di non essere poi così male. E mi è venuta in mente qualche miglioria da apportare all’attrezzatura che potrebbe ulteriormente le performance ». E magari – aggiungiamo noi – ridurre da quattro a due anni l’intervallo tra i suoi appuntamenti paralimpici. Ai quali non intende, ovviamente, partecipare da comprimario.

Da parte sua Emiliano Malagoli, 42 anni, non ha avuto dubbi dopo l’incidente che lo ha costretto a subire l’amputazione della gamba destra: ritornare al più presto in sella a una moto e lavorare per gli altri centauri vittime alle prese con problemi analoghi. E ora manifesta un legittimo orgoglio per i risultati raggiunti da Diversamente Disabili, la fondazione da lui creata: «In quattro anni rimesso in moto 150 ragazzi, 80 dei quali sono tornati in pista. Abbiamo dovuto creare tutto, dalle attrezzature per adattare le moto alle esigenze dei disabili a una scuola guida specifica che in Italia non esisteva. In collaborazione con l’Aci, grazie alle moto realizzate ad hoc in un anno e mezzo abbiamo consentito a 40 ragazzi reduci da incidenti gravi di riottenere la patente».


Il sogno di tornare in sella, che Malagoli ha realizzato cavalcando lo stesso modello di moto con cui aveva avuto l’incidente, viene oggi gratificato dal team Althea Bmw Racing, che per alcune gare del Campionato Tnt Cup gli metterà a disposizione una Bmw S1000RR. «Ma per me la vittoria più importante è quella di avere ottenuto una griglia riservata ai piloti diversamente disabili, una gara che aprirà il programma di Le Mans alla vigilia dell’appuntamento con il MotoGp».
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Il Messaggero