La semplicità e la felicità sono due concetti intimamente legati tra di loro. Lo dicono religioni, filosofie e anche una casa automobilistica nata in Romania che,...
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Quali i motivi di questo successo? Il prezzo certo, ma c’è evidentemente qualcosa di più: un’idea chiara che ha trasformato l’essenziale in un valore desiderabile, per automobili che incontrano i bisogni del mercato proprio mentre il mercato ha bisogno di auto dall’elevato controvalore come Dacia. Un’avanzata inarrestabile portata avanti con soli quattro modelli, capaci ognuno di recitare un ruolo da protagonista come la Sandero che in Italia è il modello straniero numero uno e il più venduto ai clienti privati. Viaggia con il vento in poppa anche la nuova Jogger con oltre 100mila ordini, dei quali un decimo circa destinati al nostro paese. La proposta dell’auto a 7 posti più a buon mercato ha dunque fatto una breccia che è destinata ad allargarsi con l’arrivo della versione full-hybrid da 140 cv. Il sistema è lo stesso di Clio, Captur, Arkana e anche di Nissan Juke, permette in città di marciare in elettrico per l’80% del tempo ed è destinato ad allargare ulteriormente la clientela che avrà un’altra possibilità di scelta oltre al bi-fuel GPL, tradizionale cavallo di battaglia di Dacia per tutti i suoi modelli tanto da interessare il 70% delle vendite in Italia e il 40% dell’intero segmento. Un’opzione che rimarrà anche con i nuovi motori Euro 7. Lo stesso vale per la Duster che nel 2022 ha collezionato altre 25mila targhe e ad inizio anno è ancora nella top 10 dei modelli più venduti. Per lei si prepara l’avvicendamento del modello di terza generazione previsto nel 2024, l’anno dopo sarà invece il turno della Bigster, destinata a posizionarsi al di sopra della Duster e a inaugurare una vera e propria offensiva nel segmento C all’interno del quale Dacia avrà altri due modelli entro il 2030. Probabile che tra essi ve ne sia anche uno elettrico che farà compagnia alla Spring.
Anche la piccola ad emissioni zero ha superato i 100mila ordini e ora ha una versione più potente da 48 kW che affianca quella da 33 kW, un allestimento più ricco e sottolinea ancora una volta l’idea di sostenibilità di Dacia, intesa come equilibrio tra accessibilità e rispetto dell’ambiente, non solo nelle emissioni allo scarico.
Anche qui semplicità ed essenzialità rappresentano valori essenziali che sono espressi nel concept Manifesto e si trasformano in scelte precise: le Dacia infatti sono più leggere rispetto alle concorrenti di almeno 200 kg, che vuol dire far felice il cliente, con minori consumi carburante, e l’ambiente al quale sono sottratte meno risorse, grazie anche all’utilizzo di plastiche riciclate per il 12% del totale contro una media dell’8% e un obiettivo del 20%. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero