MILANO - La telenovela è finita. Il braccio di ferro tra le potenti famiglie Porsche e Piëch si è risolto con la piena integrazione - sarà operativa dal prossimo 1° agosto -...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A dispetto del soprannome bonario «zio Ferdy», cioè Ferdinand Piëch che del gruppo VW è l'autentico deus ex machina, è un tipo da prendere con le molle. Quando lo si provoca, la sua reazione è di quelle che lasciano il segno. Lo hanno imparato a proprie spese lo stesso Wiedeking e il suo direttore finanziario Holter Hälter, che non solo hanno perso clamorosamente la sfida (e il posto di lavoro), ma sono andati incontro anche a delle spiacevoli disavventure giudiziarie, con l'accusa di aver fatto crollare le azioni Volkswagen alla Borsa di Francoforte (per rendere meno onerosa la progettata acquisizione) e di aver portato un gioiello dell'industria europea sull'orlo della bancarotta, con 10 miliardi di euro di debiti contratto proprio per finanziare la costosa scalata.
Intervenendo in prima persona nella vicenda, il granitico zio Ferdy ha capovolto le sorti della sfida, che ora si può considerare conclusa, anche se non a prezzo da saldo: il 50,1% delle azioni dell'azienda Porsche in possesso della holding Porsche SE, che a sua volta detiene il 50,7% dei diritti di voto di VW, costa 4,46 miliardi di euro (più un'azione ordinaria del gruppo Volkswagen). In cambio, il gruppo acquisisce il controllo totale - tramite l'intermediazione di una holding costituita ad hoc - di Porsche AG.
Al di là degli aggiustamenti finanziari che nell'immediato potranno impattare sulla liquidità del gruppo di Wolfsburg, l'integrazione anticipata delle due realtà porterà - secondo i calcoli diffusi dalla Volkswagen - a un beneficio immediato, in termini di sinergie, valutabile in 320 milioni di euro equamente ripartito tra i due contraenti. Si tratta di un'operazione «buona per Volkswagen, buona per Porsche, buona per l'intero sistema industriale tedesco». Parole di Martin Winterkorn, Ceo del gruppo Volkswagen. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero