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Come la stella polare lo è da sempre per i marinai, così la marca che dal prezioso astro ha preso il nome punta a diventare un punto di riferimento per l’intero mondo dell’auto in tema di mobilità capace di offrire al tempo stesso il lusso, l’emozione della sportività e il rispetto dell’ambiente. La Polestar, nata nel 1996 come team Flash Engineering impegnato con vetture Volvo nel Campionato Turismo svedese, ha ricevuto il nome attuale nel 2005, diventando dapprima la squadra corse del costruttore di Goteborg e successivamente, dopo l’acquisizione del 2015, la divisione specializzata nello sviluppo delle Volvo nella versione ad alte prestazioni “Polestar engineered”.
Una vocazione sportiva mai disgiunta dalla ricerca di un impatto ambientale meno invasivo (lo dimostra il motore da competizione a bioetanolo sviluppato nel 2007) che è oggi la stessa ragion d’essere del brand, diventato di fatto un marchio autonomo – sempre nell’orbita Volvo e del gruppo cinese Geely che ne detiene il controllo – con la presentazione della Polestar 1, filante coupé ibrida plug-in che nel 2017 certificò di fatto la conquistata indipendenza (confermata dalla successiva quotazione al Nasdaq di New York), segnando l’avvio di un percorso che entro il 2026 promette una gamma di cinque modelli con varie tipologie di carrozzeria – tutti 100% elettrici ad alte prestazioni – ciascuno battezzato con il nome del brand seguito dal numero che ne attesta l’ordine di apparizione sul mercato. Quest’anno, per esempio, l’attesa si concentra su Polestar 4, fresco reduce dall’anteprima mondiale celebrata in aprile al Salone di Shanghai.
Rispetto a Polestar 3, l’altro Suv già a listino in Italia (ma in consegna a partire dal terzo trimestre di quest’anno), la Polestar 4 il cui sbarco in Europa è previsto nel corso del 2024 esibisce un aspetto più importante e un temperamento più focalizzato sulle prestazioni, nonché un abitacolo che, pur fedele all’impostazione minimalista del brand, spicca per l’infotainment affidato al grande display centrale da 15,4 pollici al quale fanno compagnia il quadro strumenti digitale da 10,2” e l’head-up display da 14,7”.
Come vuole una filosofia di marca totalmente orientata al futuro, anche nel caso della nuova arrivata il processo d’acquisto avviene esclusivamente online, ma questo non andrà a scapito della possibilità di toccare con mano e provare su strada la nuova arrivata, come del resto già accade nel caso della berlina Polestar 2.
In questo senso la filiale italiana che ha iniziato a operare a Milano alla fine del 2022 ed è guidata da Alexander Lutz, sta procedendo a grandi passi nell’organizzazione dei servizi che è lecito attendersi da una marca premium. Emblematico in tal senso la recente apertura dei Polestar Spaces di Milano e Roma, dove è possibile interagire fisicamente con il brand, con i suoi esperti e con i suoi prodotti.
Per facilitare il test di guida – da prenotare online – sono stati anche inaugurati, sempre a Milano e Roma, i primi due Test Drive Hub, mentre per la Polestar 2 è stato anche organizzato un roadshow estivo che, dopo le tappe di Roma, Torino e Genova, si appresta a chiudere il ciclo con l’appuntamento di Bergamo in programma dal 23 al 25 giugno. Proprio a partire da questo mese è attivo il servizio di Home Delivery che consente, previa richiesta formulata durante la procedura di acquisto, di ricevere l’auto a domicilio, purché situato nel raggio di 300 km dal più vicino punto di consegna Polestar. Un campo d’azione che rende questo servizio indisponibile – almeno per ora – in alcune regioni del Sud Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero