Pischetsrieder (Daimler): «Fra 25 anni il motore a combustione sarà un oggetto per nostalgici»

A destra, Bernd Pischetsrieder, nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di Daimler che prende il posto di Manfred Bishoff (a sinistra)
STOCCARDA - «Sono abbastanza sicuro che tra 25 anni al più tardi, il motore a combustione sarà, al massimo, qualcosa per collezionisti e per nostalgici»...

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STOCCARDA - «Sono abbastanza sicuro che tra 25 anni al più tardi, il motore a combustione sarà, al massimo, qualcosa per collezionisti e per nostalgici» ma su questo punto «in Daimler e Mercedes-Benz abbiamo i presupposti ideali per rimanere al vertice in futuro». Lo sottolinea Bernd Pischetsrieder, nuovo presidente del consiglio di sorveglianza di Daimler in un colloquio che segue il passaggio di consegne con il presidente uscente Manfred Bischoff, che ha lasciato il gruppo di Stoccarda dopo quasi mezzo secolo. «L’ auto è sempre stata lo specchio della società ed è cambiata insieme a essa e alle esigenze delle persone. Oggi, il percorso punta chiaramente nella direzione della neutralità della CO2 e della connettività digitale. Ciò che resta - sottolinea Pischetsrieder - è il desiderio di mobilità individuale».

«L’automobile - continua il manager bavarese (già ai vertici di Bmw e Volkswagen) - ha continuato a svilupparsi continuamente nel corso degli anni, ma ora deve affrontare la sua più grande trasformazione in 135 anni. Le sfide principali sono la decarbonizzazione e la digitalizzazione. Ora abbiamo due opzioni: affrontare queste sfide con scetticismo e rimpiangere i ‘bei vecchi tempì - o abbracciarli con coraggio, gioia e determinazione. Personalmente sostengo quest’ultimo approccio». Pischetsrieder ricorda come in questo processo «sono necessari investimenti non solo in tecnologie, ma anche in competenze. I rappresentanti dei lavoratori sono d’accordo su questo». E a proposito della separazione di Daimler in due entità - Mercedes-Benz e Daimler Truck - la definisce «un fattore molto importante in questo senso perché consentirà alle singole aziende di investire in modo ancora più mirato, darà loro grande libertà imprenditoriale e permetterà loro di giocare con i propri punti di forza. Ecco perché sostengo il progetto con tutto il cuore». 

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Il Messaggero