Piano Fiat, scetticismo degli analisti: «Debito alto, pochi modelli, troppa America»

Sergio Marchionne amministratore delegato di Fiat
DETROIT - L'attenzione degli analisti è per le modalità di finanziamento della crescita. «Sarà finalmente un piano basato sui prodotti» afferma Stefano Aversa, della...

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DETROIT - L'attenzione degli analisti è per le modalità di finanziamento della crescita. «Sarà finalmente un piano basato sui prodotti» afferma Stefano Aversa, della società di consulenza AlixPartners.



«Restiamo scettici e continuiamo a essere preoccupati per il continuo aumento del debito» mette in evidenza Harald Hendrikse, analista di Nomura. «Uno degli obiettivi è iniziare a gettare le fondamenta per piani di lungo termine e far sapere che non si pensa solo a il trimestre successivo» spiega Dave Sullivan, analista di AutoPacific Inc, precisando che il piano si concentrerà sull'ampliamento della presenza globale di Fiat e Chrysler e la riorganizzazione dei marchi. Fiat-Chrysler - mette in evidenza Richard Hilgert, analista di Morningstar - potrebbe investire più di 55 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, il 17% in più rispetto al 2009-2013.

Ma ampliare il portafoglio prodotti e investire sarà - affermano gli analisti - una sfida dato l'elevato debito e, soprattutto, la mancanza di cash che è invece a disposizione di molte delle case automobilistiche rivali. «Non hanno molti soldi in mano. Stanno facendo bene negli Stati Uniti, sono deboli in Cina e in Europa e hanno problemi in Sud America. È difficile essere forti ovunque ma - afferma Stephanie Brinley, analista di IHS Automotive - devono trovare il modo di rafforzarsi in alcune aree». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero