Nella serata di ieri, mercoledì 9 settembre, è arrivato il comunicato ufficiale della Racing Point che annunciava la conclusione del rapporto con Sergio Perez a fine...
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Racing Point avrebbe voluto fare l'annuncio di Seb diverse settimane fa, ma nel mese di agosto è accaduto che Perez è stato colpito dal Coronavirus, rimanendo in isolamento per due settimane. Non era quindi parso carino, in quei giorni non facili per il pilota messicano (sostituito in pista da Nico Hulkenberg), rilasciare un comunicato in cui veniva dichiarato il suo allontanamento al termine del campionato. Si è preferito aspettare un po', fino a ieri. Una cosa si intuisce, leggendo la lettera firmata da Perez: la decisione è stata del team: "Fa un po' male, perché ho scommesso sul team in momenti difficili", si legge, e poi, più avanti: "Non ho un piano B. La mia intenzione è di continuare a correre in Formula 1, ma dipenderà dal trovare un progetto che possa motivarmi a dare il 100 per cento". Perez aveva firmato un contratto triennale, con scadenza a fine 2022. Di sicuro, Stroll dovrà sborsare una bella cifra per la rottura anticipata.
Perez è in F1 dal 2011 ed ha disputato a oggi 182 Gran Premi. Ha debuttato con il team Sauber col quale è rimasto anche nel 2012, anno in cui è clamorosamente salito sul podio per tre volte (2° in Malesia e Italia, 3° in Canada), poi nel 2013 il passaggio alla McLaren. Sembrava dovessero nascere grandi cose e invece il rapporto con Ron Dennis non è mai sbocciato. L'anno seguente è così entrato in Force India è lì è rimasto fino ad ora, contribuendo con i suoi sponsor al salvataggio della squadra di Vijay Mallya operato da Lawrence Stroll nel 2018, chiamandola Racing Point. Sette lunghe stagioni durante le quali Perez ha conquistato altri cinque podi salendo sempre sul terzo gradino. La sua ricca dote di sponsor, nella sua carriera è stato sostenuto dal connazionale Carlos Slim, uno degli uomini più ricchi del mondo, potrebbe far gola a qualche formazione rivale come Haas e Alfa Romeo Sauber. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero