Partenza sprint per la Jeep Renegade, entro ottobre al via il turno notturno

Da sinistra, Mike Manley responsabile Jeep e Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler
Partenza sprint per la produzione della Jeep Renegade, la prima automobile "made in Italy" del marchio americano: da lunedì 15 settembre la produzione assegnata ai 5.400...

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Partenza sprint per la produzione della Jeep Renegade, la prima automobile "made in Italy" del marchio americano: da lunedì 15 settembre la produzione assegnata ai 5.400 dipendenti della fabbrica di Melfi, in Basilicata, supererà la quota di 200 vetture giornaliere su due turni ma soprattutto entro ottobre partirà il terzo turno notturno.

L'avvio del terzo turno per il Suv italoamercano è una notizia di una certa importanza che lascia ben sperare per gli effetti sull'occupazione a Melfi, stabilimento oggi flagellato dalla cassa integrazione. In pratica Melfi da ottobre sarà la prima fabbrica d'auto italiana a tornare stabilmente a lavorare 24 ore al giorno.

Altri plants sono meno fortunati. Basti pensare che nello stabilimento di Pomigliano (che dalla fine del 2011 produce la Nuova Panda che prima veniva assemblata in Polonia) il terzo turno non è mai partito. Dalle linee dell'impianto napoletano nel 2013 sono uscite 154.000 esemplari della Panda, assemblati su soli due turni. Inoltre, ancora oggi circa 1.500 degli oltre 4.000 dipendenti di Pomigliano sono in contratto di solidarietà e lavorano pochi giorni al mese.

Niente terzo turno anche per un'altra realtà produttiva italiana in grande spolvero della Fiat Chrysler: la Maserati di Grugliasco. Qui l'amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, ha preferito aumentare la produzione del 20% dall'inizio di questo mese portando i turni settimanali da 10 a 12 spalmandoli anche sul sabato. L'operazione ha comportato il rientro sulle linee di lavoro di 500 cassaintegrati della vicina fabbrica di Mirafiori, ma per ora il progetto di lavorare anche di notte per quello che diventerà il polo del lusso torinese è stato rinviato.

Melfi, invece, a poche settimane dalla partenza della produzione della pre-serie della Renegade già si avvicina a tappe forzate ad un buon livello di produzione (e di posti di lavoro stabili) e si mette in scia ad un'altra fabbrica italiana che marcia a tutto vapore: l'abbruzzese Sevel che sforna su tre turni oltre mille furgoni al giorno del Nuovo Ducato (e dei suoi gemelli di Peugeot e Citroen) appena ristilizzato.

In realtà lo stabilimento lucano - dove su un'altra linea si produce ancora la Punto per la quale fu costruito dal prato verde nel 1993 - è ancora lontano dal pieno regime. Da gennaio 2015, infatti, sempre a Melfi dovrebbe partire la produzione del mini-Suv gemello della Renegade, la Fiat 500X, che sarà presentata ufficialmente al salone di Parigi ai primi di ottobre. Per ora non sono stati diffusi numeri ufficiali sulla quantità complessiva di produzione che FCA prevede per la fabbrica lucana.


Ma sia la Renegade che la 500X saranno vendute in oltre 100 Paesi di Europa, America del Nord e Asia. Entrambi i modelli, poi, appartengono al segmento dei piccoli Suv che sta registrando un boom commerciale in tutto il mondo, Europa compresa. Il che fa ragionevolmente prevedere che presto Melfi dovrebbe sfornare non meno di 200/250 mila Suv all'anno, gran parte dei quali destinati all'esportazione, con effetti positivi anche sulla bilancia commerciale italiana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero