BUENOS AIRES – Hanno quasi 120 anni in due e 35 Dakar alle spalle fra moto, auto e camion. Sono i due imprenditori lombardi, Giulio Verzelletti, classe '57, e Antonio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si sono piazzati al terzultimo posto della classifica (55esimo su 57, ma le auto partite per l'edizione 2017 erano 93) dopo aver completato dieci delle dodici tappe previste: due sono state annullate per via del maltempo. Hanno accusato quasi 77 ore e mezzo di ritardo, 17 delle quali sono di penalità, ma poco importa. Perché la PanDakar è la prima Fiat e la prima utilitaria strettamente derivata da un veicolo di serie a terminare la competizione. L'auto è stata oggetto “solo” di alcuni interventi per adattarla alle sollecitazioni estreme della competizione.
Cabini, il navigatore, è nato a Milano ed ha all'attivo anche un un 54° posto alla Dakar del 2003 in moto, mentre Verzelletti, originario di Telgate (Bergamo), ha esordito nel 1996 sempre in moto, è il pilota. Dell'aspetto motoristico si è occupato Nicola Montecchio, il cui contributo è stato definito “preziosissimo” dal team Orobica Raid. L'intera scuderia vanta complessivamente 40 presenze alla Dakar.
Il motore con il quale PanDakar è arrivata fino a Buenos Aires è da 1.9 litri con 172 cavalli di potenza. Tra le caratteristiche tecniche ci sono le sospensioni Sachs, i radiatori supplementari, la carreggiata allargata, la piastra paracolpi, i sedili, le cinture di sicurezza e l'impianto estinzione Sparco e gli pneumatici Gomme BF Goodrich montati su cerchi OZ 15″. L'omologazione dalla Panda 4x4 è conforme alla disposizioni Fia riservate ai prototipi T1.
Quella della PanDakar è stata l'unica “spedizione” interamente italiana dall'edizione 2017. Ma quello composto da Verzellini e Cabini non è stato l'unico equipaggio tricolore ad arrivare in fondo. Il primo, 31°, è stato quello formato da Dario e Aldo De Lorenzo (Toyota Land Cruise 155). Il 55enne pilota disabile Gianni Luca Tassi (l'Istituto nazionale per l'assicurazione degli infortuni sul lavoro, l'Inail, era tra gli sponsor) assieme a Massimiliano Catarsi (al suo debutto alla Dakar) e ad Alessandro Brufola Casotto si è piazzato 41° al volante di una Ford Raptor. Anche Graziano Scandola e Gianmarco Fossà sono arrivati a Buenos Aires, in 56° posizione.
Il Messaggero