Pagano cash caparra per auto, sanzioni per 2,5 milioni euro. Guardia Finanza Treviso scopre 25 clienti di tre concessionarie

Le mazzette di denaro in contanti sequestrate dalla Guardia di Finanza di Treviso usate per pagare caparra delle auto
TREVISO - Una sanzione complessiva di 2.500.000 euro è stata comminata dalla guardia di Finanza di Treviso a 25 persone che avevano pagato in contanti a tre concessionarie...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - Una sanzione complessiva di 2.500.000 euro è stata comminata dalla guardia di Finanza di Treviso a 25 persone che avevano pagato in contanti a tre concessionarie l'anticipo per l'acquisto di un'auto. L'intervento delle fiamme gialle le investigazioni segue gli arresti e i sequestri avvenuti lo scorso novembre nell'ambito dell'operazione "Salone di Lusso", che ha portato di un gruppo criminale, attivo nel trevigiano dal 2015, dedito alla truffa aggravata ai danni dello Stato e al falso ideologico nel commercio di autovetture di provenienza comunitaria.

Così i finanzieri hanno passato al setaccio centinaia di operazioni di compravendita di autovetture, individuando un primo gruppo di 25 clienti che, violando la normativa valutaria, hanno versato alle tre concessionarie coinvolte nell'indagine il prezzo di acquisto in denaro contante, oltre la soglia stabilita dalla legge che, all'epoca dei fatti, era pari a 3.000 euro. I clienti, in questa prima fase, sono stati individuati nelle province di Treviso, Belluno, Padova, Venezia, Verona, Vicenza, Pordenone, Piacenza e Cosenza, che avevano risposto ad annunci on line delle concessionarie che rivendevano in Italia auto importate da Germania, Francia, Spagna e Belgio.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero