LE MANS - Sessanta vetture e 180 piloti: l'Automobile Club de l’Ouest ha ufficializzato la lista dei partenti all'edizione 2016 della 24 Ore di Le Mans, la gara...
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La 24 Ore di Le Mans si è disputata per la prima volta nel 1923. I vincitori, i francesi André Lagache e René Léonard, percorsero 2.209,536 chilometri. La soglia dei 3.000 chilometri fu sfondata grazie ad un'auto italiana nel 1931: Francis Curzon, Earl Howe e Tim Birkn vinsero al volante di una Alfa Romeo 8C 2300 LM. Poi, per tre anni, sul gradino più alto del podio salirono Luigi Chinetti (1932 e 1934) e Tazio Nuvolari (1933). Erano gli anni del Biscione, che vinse quattro edizioni di fila.
Per oltrepassare i 4.000 chilometri ci fu da aspettare parecchio, fino al 1953, quando la Jaguar C-Type guidata da Tony Rolt e Duncan Hamilton ne percorse 4.088,064. Nel 1967 venne oltrepassata anche la soglia superiore: i 5.232,9 chilometri della Ford GT 40 Mk IV pilotata da Dan Gurney e A. J. Fyot furono una pietra miliare per la competizione. Fino al terzo millennio solo 8 volte la 24 Ore di Le Mans venne vinta con più di cinquemila chilometri. La distanza maggiore è stata quella coperta nel 2010 dal terzetto schierato da Audi Sport North America (Mike Rockenfeller, Romain Dumas e Timo Bernhard) sulla R15 TDI Plus: 5.410,713 chilometri.
All'edizione 2016 saranno rappresentate 27 nazioni, a conferma del fascino planetario della gara. La Gran Bretagna è la nazione con il maggior numero di piloti iscritti, ben 38, sei in più della Francia. Gli Stati Uniti sono al via con 23 portacolori e la Germania con 11. L'Italia avrà 8 piloti in griglia, anche se nessuno nella classe regina, la LMP1, quella dei prototipi ibridi: oltre a Giancarlo Fisichella, ci sono Maurizi Mediani, Gianmaria Bruni, Alessandro Pier Guidi, Davide Rigon, Andrea Bertolini, Matteo Malucelli e Paolo Ruberti. Con 12 vetture, gli Stati Uniti hanno il maggior numero di vetture. Due le donne al via: la francese Inès Tattinger e la danese Christina Nielsen. Le uniche auto italiane iscritte sono Ferrari, otto.
Il Messaggero