C'è un oggetto sconosciuto in auto? Gli italiani pensano subito al tradimento

In questa vettura c'è qualcosa di troppo: il rischio tradimento è alto
ROMA - «E questo cos’è?» Un oggetto sconosciuto trovato nell’auto del partner scatena immediatamente il sospetto di una scappatella. Proprio come a casa. ...

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ROMA - «E questo cos’è?» Un oggetto sconosciuto trovato nell’auto del partner scatena immediatamente il sospetto di una scappatella. Proprio come a casa.

Difatti per molti automobilisti, soprattutto italiani, l’auto è decisamente come una seconda casa: ci ospita per tante ore, ci accudisce e ci coccola per quanto è nelle sue possibilità, ci protegge dalle intemperie, raccoglie le nostre confidenze e i nostri sfoghi, custodisce alcuni oggetti più o meno di valore. E già. Proprio qui sta il punto. Anche in una coppia affiatata e senza problemi, l’auto di ciascuno resta quasi sempre qualcosa di abbastanza personale, soprattutto fra gli uomini e inevitabilmente finisce, anche se non si tratta obbligatoriamente di scappatelle, per essere complice di segreti più o meno importanti.

Segreti. Come per esempio le sigarette per un ragazzo che “non fuma”, o un biglietto per un concerto in un’altra città per chi invece “va da un amico qui vicino al mare” per arrivare poi ad una bella penna mai vista prima (“ho dato un passaggio ad una collega”), al secondo cellulare per un uomo (“ce l’ho in prova”) o, peggio, ma qui siamo chiaramente al tradimento, alla ricevuta di un albergo o di un ristorante mai citati, alle chiavi di un appartamento sconosciuto (dalla partner) o, ma in questo caso siamo alla…. radiazione, alla micidiale e indifendibile boccetta di smalto per unghie! Invertendo i ruoli, anche per le donne il discorso è chiaramente uguale e la propria automobile ne custodisce i segreti, ma per quanto sia un’amica più di tanto non può fare.

Oggetti. Al ritrovamento di un oggetto nell’auto del partner, quasi un italiano su quattro pensa subito ad una scappatella senza attenuanti, con il 32% delle donne che ammette che farebbe una scenata di gelosia, cosa che invece fra gli uomini farebbe solo il 17%; tuttavia la reazione più diffusa, secondo un’indagine effettuata dal Centro Studi e Documentazione della compagnia assicurativa Direct Line, è reagire con nonchalance: il 28% farebbe finta che non sia successo nulla, mentre il 20% è più sospettoso si lancia alla ricerca di ulteriori prove inconfutabili (che non troverà, perché errare è umano, ma perseverare è diabolico….). Proseguendo nel campione della stessa indagine, il 18% degli intervistati ha ammesso di non accorgersi di nulla, per arrivare al “non vedo, non sento, non parlo” del 10% degli italiani che ammette di buttare via il corpo del (presunto) reato cercando di dimenticare in fretta. Questo succede perché, secondo il 15% degli italiani, l’auto viene considerata un luogo inespugnabile e sicuro e pertanto confessa di tenerci nascosti alcuni oggetti, con il 6% che la ritiene il nascondiglio ideale per le cose personali che non devono essere viste da altri: il 3% addirittura sceglie la propria auto per tenere nascosti i regali destinati al partner, mentre un altro 2% al contrario ci mette di tutto tranne proprio i regali del proprio sempre sospettoso e troppo curioso partner.


Senza problemi. Poi ci sono gli oggetti che, senza alcuna malizia o calcolo, vengono comunemente dimenticati in auto, come l’ombrello (il 45%), chiaramente il telefono cellulare (per il 34%), le chiavi di casa o dell’ufficio (dimenticate dall’11% degli intervistati). Esiste addirittura una classifica italiana su base cittadina della gelosia scatenata per un oggetto inconsueto trovato nell’auto del partner: in testa a questa ci sono i romani (35%) e i cagliaritani (25%), mentre i palermitani (per il 30%) e i veronesi (al 28) ammettono di non accorgersi realmente di nulla, quando invece fingono la stessa situazione i fiorentini (36%) e i bolognesi (32%). I più sospettosi, che frugano inutilmente nell’altra auto, sono i milanesi (28%) e i torinesi (23%). Chiudono i bresciani (13%) che signorilmente buttano subito tutto per dimenticare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero