ROMA - Dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo di revisione e integrazione del Codice della nautica, le associazioni di categoria sono...
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La riunione è stata convocata allo scopo di sollecitare alcune integrazioni essenziali al testo in discussione e mirate ad ottenere risultati concreti, finalizzati a una reale semplificazione del Codice della nautica, così come previsto, del resto, dal testo approvato dalla Direzione competente del ministero delle Infrastrutture e Trasporti il 7 gennaio scorso. Quel testo venne condiviso dalle associazioni di categoria oltre che dal Comando generale delle Capitanerie di porto–Guardia Costiera e dalle altre amministrazioni interessate. Ma a quanto pare l’ultimo passaggio in Consiglio dei ministri avrebbe provocato un passo indietro invece del “passo avanti” di cui ha parlato il ministro Delrio alla vigilia della sua partecipazione alla giornata inaugurale del Salone di Genova, il 21 settembre.
Allarmati, gli operatori del settore hanno constatato che il testo preliminare approvato in Consiglio dei ministri è in parte divergente dalla versione licenziata a suo tempo dalla Direzione dei Trasporti. “Quel testo – osservano gli operatori del settore – era il frutto di un confronto effettuato in oltre un anno di lavoro, articolato in 12 tavoli tecnici, nei quali sono state prospettate, analizzate e vagliate le esigenze del comparto, degli operatori e dell’utenza; dei costruttori, dei dealer, dei cantieri di refitting, dei professionisti, dei diportisti, delle associazioni nautiche e sportive, delle agenzie e delle scuole nautiche”. Ma di molte decisioni concordate e ormai definite non c’è traccia nell’ultimo testo del governo.
Per rimettere le cose a posto, le associazioni di categoria – Ucina in testa – hanno chiesto dunque opportune integrazioni al testo approvato dal Consiglio dei ministri. In particolare sollecitano l’introduzione del Registro telematico delle unità da diporto (il cosiddetto Pra del mare); lo sportello telematico del diportista; maggiori semplificazioni per un titolo professionale del diporto e per l’immatricolazione sotto bandiera italiana; il riconoscimento delle attività commerciali di traino e assistenza all’ormeggio; semplificazioni inerenti il titolo abilitativo per la conduzione delle unità in targa prova da parte dei cantieri; adeguamento alla direttiva 2013/53/UE, al fine di rendere effettiva la tutela sul mercato contro la contraffazione del marchio CE.
«Ringraziamo il ministro Delrio per l’impegno assunto nei confronti della nautica, ma non possiamo permetterci di sprecare un’occasione come la riforma del nostro testo unico” – ha osservato Carla Demaria, Presidente di Ucina – dobbiamo quindi operare in linea con la Legge di delega al governo, che richiede una burocrazia snella e al servizio delle imprese, dell’utenza e del Paese».
Anche Nautica Italiana, l’associazione che raggruppa una novantina di aziende (prevalentemente di alta gamma) non aderenti a Ucina, ha partecipato, con il segretario generale Lorenzo Pollicardo, alla riunione svoltasi a Roma. Al termine dei lavori, il presidente Tacoli ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime «il nostro plauso al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per aver avviato lo schema del decreto sul codice della nautica da diporto con buon anticipo rispetto alla scadenza della delega. Con l’incontro di oggi – ha aggiunto - si sancisce la partecipazione della nostra associazione ai tavoli ministeriali del diporto e si conferma il nostro impegno a supportare il ministero, lavorando di concerto con le altre associazioni, per il prosieguo e l’implementazione del provvedimento».
Il Messaggero