ROMA - Nonostante i confini sempre più sfumati e l’interazione sempre più frequente tra i due comparti – breve e lungo termine - un tempo separati da...
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I dati relativi al primo semestre del 2016 – che vedono sul podio nell’ordine Leasys, con il 28,1% dell’immatricolato, Ald con il 19,5% e Arval con il 16% – confermano che il positivo andamento del settore, il quale negli anni scorsi si era assunto il ruolo di locomotiva dell’intero mercato auto italiano in profonda crisi, non accenna a rallentare. Lo testimoniano il fatturato, aumentato del 9% da 2,8 a 3,1 miliardi di euro, e la flotta circolante cresciuta del 7% grazie a un incremento nell’ordine del 14% delle immatricolazioni, che ne sei mesi sono state 130.625. Un risultato tanto più sorprendente se si pensa che l’anno era partito con il freno a mano tirato, mettendo a segno nel primo trimestre un tutt’altro che esaltante +5%, ben al di sotto del +20,8% fatto registrare dal mercato nel suo complesso.
L’accelerazione alla quale si è assistito negli ultimi mesi lascia pensare che anche il 2016 alla fine possa inserirsi nel solco rassicurante delle ultime due annate, durante i quali le immatricolazione del noleggio a lungo termine erano aumentate rispettivamente del 18 e del 22%.
Crescita ed evoluzione sono – secondo Aniasa – i due elementi che caratterizzano l’attuale momento del settore. Il primo elemento è la diretta conseguenza delle politiche di aziende e pubblica amministrazione che, archiviati gli anni delle proroghe e dei rinnovi dei contratti in essere, stanno ora mettendo mano al rinnovamento delle rispettive flotte. D’altro canto, l’evoluzione in atto rappresenta una sfida importante per gli operatori, chiamati ad approcciare il cliente con una flessibilità mai registrata prima, proponendo soluzioni che hanno dilatato in entrambe le direzioni la durata dei contratti, che ora può essere compresa tra un mese e 6 anni, prevedendo inoltre la possibilità di cambiare le regole del gioco a partita in corso, riprogrammando servizi e assistenza nell’arco della durata contrattuale.
Una flessibilità che, se da un lato chiede un rapporto diretto e continuo con i fleet manager per quanto riguarda la tradizionale clientela aziendale, dall’altro sta suscitando il crescente interesse dei privati, il cui interesse per il noleggio – soprattutto nell’ottica delle esigenze di trasporto in ambito urbano – è triplicato negli ultimi 3 anni.
Interessante indicatore delle tendenze in atto è anche l’esame delle immatricolazioni da parte delle società di Nlt in base alla tipologia delle vetture. Nel primo semestre di quest’anno è per esempio leggermente calato il peso dei segmenti bassi come frutto dell’aumento (dal 16 al 17%) del segmento A delle city car e della contestuale riduzione di due punti (al 24%) dei modelli di segmento B. Stabile al 34% il segmento C delle vetture compatte, mentre la leggera ascesa (dal 24 al 25%) delle vetture medio-superiori e superiori – quelle inquadrate nei segmenti D ed E – sembra annunciare dei timidi segnali di ripresa dei modelli che per comodità e dimensioni rendono più confortevoli i lunghi trasferimenti di lavoro.
In termini di alimentazione, in un quadro di generale stabilità, con la benzina sempre al 22%, il diesel in lieve calo dal 75 al 74%, il metano e il Gpl in crescita per numeri assoluti ma sempre attestato attorno all’1% di quota, spicca il balzo delle vetture ibride che grazie alla crescita del 96% hanno raddoppiato la quota, portandola al 2%. A questa performance fa riscontro l’autentico crollo (-76% da 485 a 118 unità vendute nel semestre) delle automobili elettriche. Di fronte alla latitanza dell’infrastruttura di ricarica e ai problemi legati all’autonomia limitata, il mondo delle aziende sposa l’elettrico, a patto che sia abbinato a una più rassicurante motorizzazione di tipo convenzionale.
Il Messaggero