NAPOLI - Da tempo ci si lamenta per la consuetudine delle amministrazioni comunali di utilizzare i proventi delle multe per ripianare i bilanci. Il problema c’è, ma riguarda...
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La città più virtuosa è Trieste, che ha destinato alla sicurezza sulle strade del suo territorio 8.850.000 euro, cifra che rappresenta il 177% dei proventi delle infrazioni. Segue Roma con l’83% (224.349.000 euro). Stessa percentuale per Bologna, che tuttavia ha investito molto meno (30.129.000) essendo più piccola. Seguono Torino con l’81% (49.329.000) e Cagliari con il 78% (4.524.000), mentre occupano le ultime posizioni Bari, Campobasso, Catanzaro, L’Aquila, Potenza e Venezia. Complessivamente nei 20 capoluoghi di provincia si stima che ammontino a 673.165.000 euro i proventi delle multe, il 70,5% dei quali è stato destinato alla sicurezza stradale, pari ad una cifra vicina a mezzo miliardo (per la precisione 474.947.500 euro).
«Questi dati ci dimostrano che i soldi per la sicurezza stradale ci sono» – afferma Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, sottolineando la necessità di andare sempre più incontro alle esigenze degli automobilisti, che pretendono miglioramenti continui delle strade, della segnaletica e delle infrastrutture urbane. «La legge – aggiunge il numero 1 dell’Aci - prevede che i fondi ricavati dalle multe possano essere spesi anche in attività di formazione degli utenti e nel potenziamento delle Polizie Locali per il presidio del territorio. Le multe non sono e non devono mai diventare una risorsa con cui ripianare i bilanci dei Comuni».
La spesa media degli automobilisti per sanzioni è di 83 euro. E Ancona è la città con il valore più alto (225,40 euro), seguita da Bologna (184,78), Milano (181,64) e Roma (141,86). L’Aquila è il capoluogo con la media più bassa (7,57). Analizzando gli incassi registrati nelle varie città per infrazioni al codice della strada, Roma si classifica al primo posto con 270.300.000 euro, seguita da Milano (130.100.000) e Napoli (65.600.000). Poi ci sono Torino (60.900.000), Bologna (36.300.000), Genova (33.600.000). Agli ultimi posti della graduatoria c’è ancora L’Aquila, evidentemente penalizzata dalla forte riduzione della circolazione dovuta ai guasti provocati dal terremoto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero