Incidenti stradali, allarme assicurazioni: in Italia un'auto su 10 senza copertura

IL tagliando dell'assicurazione è così costoso che in molti non stipulano la polizza
MILANO - Non bisognava aspettare Batman per rendersi conto che nel nostro Paese la furbizia e l'evasione delle regole sono un prassi molto diffusa. E non solo tra i politici più...

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MILANO - Non bisognava aspettare Batman per rendersi conto che nel nostro Paese la furbizia e l'evasione delle regole sono un prassi molto diffusa. E non solo tra i politici più o meno rampanti. La Fondazione Caracciolo dell'Automobile Club d'Italia, presentando a Riva del Garda una ricerca sul tema «La sicurezza stradale in Europa: confronto su attività ed esperienze delle Polizie Locali», ha reso noto che in Italia un'auto su 10 circola enza la copertura assicurativa imposta per legge.


Mal comune.
Contrariamente però a quanto si potrebbe pensare sull'onda della nostra atavica propensione all'autoflagellazione, il nostro non rappresenta un caso isolato. Non a caso la Scozia, nota più per la parsimonia che per la furbizia dei suoi abitanti (ma forse in questo caso l'una ha innescato l'altra) è stato il primo Paese ad avviare in Europa una campagna di sensibilizzazione sulle tematiche Rc-Auto. L'iniziativa è stata integrata da un piano di controlli effettuati dalla Polizia locale, impegnata a verificare in tempo reale, ricorrendo a un dispositivo elettronico, la validità della copertura assicurativa dei veicoli.

Il vero problema.
Se la polizza fa piangere una volta all'anno, quando si bisogna provvedere al rinnovo attuale, le inefficienze e i ritardi accumulati dai vari Paesi europei nell'adozione di adeguate politiche mirate alla sicurezza stradale rischiano di provocare lacrime molto più drammatiche e durature. Il programma 2010-2020 si pone l'obiettivo di dimezzare l'incidentalità nell'arco del decennio. I progressi ci sono, per merito soprattutto del miglioramento della sicurezza intrinseca delle vetture e dei deterrenti tecnologici (pensiamo agli autovelox piuttosto che al Tutor), mentre molto resta ancora da fare, a nostro avviso, nel campo dell'adeguamento dell'infrastruttura stradale e ancor più in quello della cultura della sicurezza (basti pensare ai troppi cellulari attaccati all'orecchio di chi guida o al mancato uso delle cinture). Il numero dei sinistri e delle vittime appare - anche in Italia - in progressiva diminuzione, ma è presto per dire se effettivamente il target potrà essere raggiunto. Certamente l'aspettativa per quest'anno, quando la diminuzione degli incidenti a livello continentale dovrebbe essere del 3%, non lascia ben sperare. Anche perché, lutti a parte, gli incidenti stradali in Europa comportano un costo calcolato in 53 miliardi di euro.

La classifica.
Interessante, anche se non particolarmente lusinghiera per noi, la classifica tra le capitali europee per quanto riguarda il tasso di riduzione del numero dei sinistri. La rilevazione dice che nella Città Eterna parla di un calo dell'11% nel corso dell'ultimo decennio, ben lontano dalle città più virtuose come Vilnius, capitale della Lituania, dove la riduzione è stata addirittura del 49% e Praga che si è attestata al 40%, mentre il -16% registrato a Edimburgo più vicino al dato romano. Premesso che il confronto sarebbe stato forse più significativo con metropoli più vicine a Roma in termini di dimensioni e di densità del traffico, rimane comunque la sensazione che dalle nostre parti ci sia ancora parecchio da fare in questa direzione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero