Ci sono loro tre, poi gli altri. La F1 oggi è Lewis Hamilton, Valtteri Bottas, Max Verstappen. Ma a Spa-Francorchamps, nonostante i segnali lanciati nelle prove libere,...
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"Non mi sono divertito molto. All'inizio ho cercato di mettere pressione a Valtteri, ma lui ha aumentato il ritmo e ha costruito un buon margine, così sono rimasto solo". Anzi, Verstappen nel finale ha dovuto tenere d'occhio l'avvicinarsi della Renault di Daniel Ricciardo alle proprie spalle. Piccola consolazione, l'aver mantenuto la piazza d'onore nel Mondiale. Il vantaggio su Bottas, di 3 punti, è diventato però esiguo.
Il finlandese, a pari macchina, in Belgio era quindi l'unico a poter impensierire Hamilton, ma esce di nuovo battuto dal confronto interno. Sia in qualifica (0"511 di gap) che in gara. "È stato in pole, ha guidato bene, merita la vittoria", ha riconosciuto Bottas, che sperava nel sorpasso al compagno sfruttando la scia sul rettilineo del Kemmel sia al primo giro che alla ripartenza dalla safety-car.
"Non credo ci fossero altre opportunità di superare Lewis. L'effetto scia era minore rispetto agli anni passati, non so perché, forse per il vento in coda", ha però spiegato. La supremazia della W11 gli ha comunque permesso di centrare il 51esimo podio in carriera, lo stesso numero di Mika Hakkinen. "Era il mio idolo, è bello eguagliarlo, anche se lui è ovviamente conosciuto soprattutto per i due titoli". Qualcosa che, al momento, per Valtteri rimane lontano.
E così per Hamilton il successo, il terzo nelle Ardenne, è arrivato in relativa tranquillità, al di là qualche preoccupazione per la tenuta dei pneumatici Pirelli nelle fasi conclusive. "Ero un po' nervoso, temevo che si ripetessero i problemi avuti a Silverstone. Magari la corsa non è stata divertente da guardare, ma spero che la gente capisca che non è colpa nostra", ha affermato il campione in carica, quasi scusandosi per un dominio che non accenna a interrompersi. Bottas e Verstappen, Red Bull permettendo, rimangono i soli in grado di rendergli la vita più difficile. Ma se ne riparla a Monza, quando scatta l'abolizione del "party mode" al sabato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero