GENOVA - C’è soddisfazione nel mondo della nautica da diporto per lo sblocco dei provvedimenti governativi che di fatto avevano messo a rischio la sopravvivenza di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’apertura anticipata sulle esportazioni viene motivata con la nota 0005671 del 26 aprile, con la quale il ministro della Salute, unitamente ai colleghi dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, hanno scritto al ministro dell’Interno per evidenziare che fra le attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale che possono continuare l’attività dovrebbero intendersi incluse quelle orientate in modo prevalente alle esportazioni, il cui prolungamento della sospensione rischierebbe di far perdere al nostro Paese quote di mercato.
Le attività in questione – sia chiaro - possono cominciare a riaprire previa comunicazione al prefetto competente per territorio e nel rispetto del protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro siglato il 24 aprile scorso.
Ma come fanno le autorità a riconoscere un’azienda “con prevalente orientamento alle esportazioni” rispetto ad un’altra che opera soltanto sul mercato domestico? Per ovviare a incertezze e contestazioni, Confindustria Nautica ha predisposto un form a disposizione delle aziende basato sui dati di settore elaborati dal proprio Ufficio Studi.
Questione export a parte, la rappresentanza confindustriale ha tenuto a ricordare una volta di più di aver operato con costanza ai fianchi delle istituzioni per cercare di limitare i danni provocati dal lockdown. Nelle scorse settimane è stato anche elaborato un dossier - “Riapertura controllata della filiera nautica” – con il quale si è riusciti a dimostrare tecnicamente il basso impatto di rischio delle attività nautiche. “La nostra documentazione – ha dichiarato con soddisfazione il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi – è stata la condizione pregiudiziale per la valutazione di riapertura da parte dell’esecutivo. Abbiamo per i nostri lavoratori il massimo del rispetto, per questo ci siamo particolarmente concentrati nell’elaborare ogni elemento utile a offrire le necessarie misure di tutela individuale e di controllo sanitario e definire i protocolli da adottare d’intesa con i sindacati e le rappresentanze aziendali”.
Nelle dichiarazioni formali di “fine blocco” non sono mancati, da parte del numero 1 dell’associazione confindustriale, ringraziamenti particolari al premier Conte e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco “per la grande attenzione dedicata al nostro comparto”.
L’attività dell’associazione confindustriale proseguirà ora anche sul fronte dei servizi e del turismo nautico, altri fronti caldi che tengono in ansia operatori e utenti. L’auspicio di tutti è che, pur nel rispetto di tutte le limitazioni imposte dalla salvaguardia della salute, si possano fare altri passi avanti in modo da salvare quell’”economia del mare” che dovrebbe collocarsi tra le priorità di un Paese disteso come un grande pontile nel Mediterraneo. Su questo tema centrale, purtroppo, la politica italiana non si è mai dimostrata sufficientemente attenta, e gli stessi operatori del settore si sono storicamente divisi.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero