Nandan (Hyundai team principal): «Neuville maturo per il titolo. Solo sfortuna per Mikkelsen»

Michel Nandan, team principal della Hyundai Motorsport
ALGHERO – C'è la strategia della scuderia dietro la straordinaria affermazione di Thierry Neuville nel Rally Italia Sardegna. Lo spiega Michel Nandan, il 60enne...

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ALGHERO – C'è la strategia della scuderia dietro la straordinaria affermazione di Thierry Neuville nel Rally Italia Sardegna. Lo spiega Michel Nandan, il 60enne team principal della Hyundai Motorsport: «Avevamo due opzioni – spiega – tenere il secondo posto per conquistare i punti per il mondiale oppure provare a vincere, rischiando».


Ha deciso Neuville di rischiare?
«Abbiamo deciso assieme, anche se pure il secondo posto sarebbe andato bene. Però c'erano cinque secondi da recuperare e 56 ancora da percorrere».

E avete optato per il rischio.
«L'accordo con Thierry era che provasse a tirare nella prima crono del sabato per capire come si poteva andare e se si poteva attaccare per avvicinarsi».

In Sardegna ha corso da pilota maturo, finalmente pronto per vincere il titolo dopo qualche errore di troppo lo scorso anno.
«A dire la verità aveva già dimostrato anche in Portogallo di essere maturo, anche se lì aveva vinto in modo diverso rispetto a come si è imposto in Sardegna. E già dalla fine della scorsa stagione ha dimostrato di avere un'altra maturità. Quest'anno ogni volta che inizia una gara lo fa in modo diverso rispetto a prima».

Come mai?
«Dopo aver migliorato la macchina, anche nell'assetto, si sente veramente bene con la i20 coupé. Ha fiducia nella sua auto e può andare forte».

È deluso da Mikkelsen, il cui contratto scade a fine 2019?
«Mikkelsen è stato veramente sfortunato in Sardegna. Altrimenti finiva sul podio, questo è sicuro. E la stessa cosa gli era accaduta in Portogallo».

Veramente? Solo sfortuna?
«Gli è capitato due tre volte quest'anno, sì: è sfortuna. Perché ha avuto problemi che non dipendono da lui. Dobbiamo solo aspettare che la fortuna giri. Mikkelsen è uno che va».

Quante possibilità ha Hyundai di vincere i due titoli?
«Domanda difficile. Diciamo così: ci sono ancora sei gare e fra queste ci sono la Finlandia, dove sappiamo di dover migliorare, e due gare sull'asfalto (Germania e, in parte, la Catalogna, ndr), dove sappiamo che la macchina non è la migliore. Quindi sappiamo che in tre delle sei gare ci aspetta un compito impegnativo».

Però?
«Però se riusciamo a gestire bene la gara ed arriviamo in fondo riuscendo a raccogliere i punti sappiamo che in Galles ed Australia possiamo far bene».

Resta la Turchia...
«Quella è una incognita per tutti».

Insomma: il mondiale si decide a Coffs Harbour, “downunder”, all'ultima gara?
«Mi piacerebbe che si decidesse prima. Ma vista la concorrenza è possibile che il verdetto cada all'ultima gara».

Con Hyundai non ha ancora vinto alcun titolo mondiale: qual è la sua più grande soddisfazione da quando è ad Alzenau?

«Avere un team come quello che abbiamo. Lo dico perché siamo partiti da zero: non c'era niente. Abbiamo dovuto creare tutto e adesso siamo qui». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero