Musk abbandona il Bitcoin, criptovaluta crolla del 20%. Tesla non lo accetterà più come forma di pagamento

Elon Musk, numero uno di Tesla
Elon Musk fa retromarcia sul Bitcoin e la criptovaluta crolla fino al 20%. Su Twitter il padron di Tesla ha mostrato preoccupazione per l’utilizzo di fonti fossili nella...

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Elon Musk fa retromarcia sul Bitcoin e la criptovaluta crolla fino al 20%. Su Twitter il padron di Tesla ha mostrato preoccupazione per l’utilizzo di fonti fossili nella produzione del bitcoin, annunciando che il gruppo non lo accetterà più come forma di pagamento delle auto del marchio, preferendo eventuali altre criptovalute che generano minore inquinamento.

Musk ha anche precisato però che non venderà i bitcoin in proprio possesso.

In poche ore il Bitcoin è arrivato a perdere quasi il 20% scendendo a quota 57.200 dollari a un minimo di 46.980, per poi recuperare attestandosi intorno a 50 mila dollari.

E il -12% segnato da Bitcoin è imitato dalla seconda criptovaluta più diffusa, Ethereum (-11,90% a 3.150 dollari) mentre il Dogecoin, altro oggetto delle recenti attenzioni di Musk, perde addirittura il 20%, scendendo a 40 centesimi di dollaro.

Per quest'ultimo in un mese il guadagno resta sempre intorno al 500 % ma è netto il calo dai 70 centesimi toccati sabato, non a caso poco prima di un'altra sortita di Musk - al Saturday Night Live - proprio sul Dogecoin, che ne ha fatto precipitare le quotazioni. Oggi un ripensamento anche sul Bitcoin, motivato con le preoccupazioni ambientali sul meccanismo utilizzato per convalidare le transazioni in bitcoin, che sono fortemente energivore, aumentando il consumo di carburanti fossili.

Anche se Musk ha sottolineato come Tesla non venderà i bitcoin acquistati nei mesi scorsi (un investimento che aveva provocato un balzo delle quotazioni della criptovaluta più conosciuta) resta la chiara indicazione a favore di altre criptovalute meno inquinanti. Questi strumenti - ha spiegato il fondatore di Tesla - «sono una buona idea a molti livelli e crediamo che abbiano un futuro promettente, ma questo non può avvenire con un grande costo per l'ambiente». 

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Il Messaggero