LE MANS - Anche se l’assenza di tante fra le grandi Case automobilistiche che da sempre hanno animato la “24 Ore” si fa sentire, la mitica gara di...
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Il primo vanta diverse esperienze internazionali, dalla GP2 a Indy e ha già gareggiato anche nell’Endurance. Il secondo divenne famoso soprattutto nel 2010 quando ad Abu Dhabi, al volante della Renault, si tenne alle spalle per 45 giri Alonso con la Ferrari che lottava per il titolo. Ma lo spagnolo non riuscì a sorpassarlo e Vettel conquistò il suo primo Mondiale. Di altra levatura il colombiano Juan Pablo Montoya, che dispone di un curriculum impressionante: 7 vittorie in F1, due 500 miglia di Indianapolis, 3 successi alla 24 Ore di Daytona. Divide con De Sadeleer e Owen una Ligier LMP2. La lista degli ex è quasi infinita: Bruno Senna, nipote di Ayrton, nell’abitacolo di una delle vetture più veloci la Rebellion Racing Oreca LMP1, che sulla carta potrebbe anche dare fastidio alle favorite Toyota. Con il brasiliano due espertissimi e già collaudati vincitori come André Lotterer e Neel Jani.
Non mancano i due giapponesi Kobayashi e Nakajima che saranno allo stesso tempo compagni e rivali di Alonso insieme con Sebastien Buemi, Mike Conway, José Maria Lopez, re delle vetture granturismo. La lista continua con il francese Stéphane Sarrazin, anche lui in LMP1, Paul di Resta, il veterano Jan Lammers, il focoso Pastor Maldonado, Jan Magnussen, padre di Kevin attualmente alla Haas e il brasiliano Felipe Nasr.
Lo squadrone Ford GT esagera persino scomodando alcuni dei piloti più famosi della Indy: Tony Kanaan, Sebastien Bourdais, Ryan Briscoe e Scott Dixon. Poi ci sono i super specialisti delle due categorie GTE, la Pro e l’Am. Dall’italiano campione del mondo WEC, Gianmaria Bruni che guida una delle vetture favorite fra i professionisti, la Porsche 911 RSR, ai piloti Ferrari con fra gli altri Pier Guidi, Vilander, Rigon e Bird. Non mancano neppure i personaggi conosciuti come Harrison Newey, figlio di Adrian, il grande progettista inglese e Mathias, il primogenito figlio d’arte di Niki Lauda che per l’occasione gareggia con il bravissimo portoghese Pedro Lamy e il canadese Paul Dalla Lana.
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Il Messaggero