Montecarlo, la Ford di Ogier in testa al via dell'ultima tappa, ma la Toyota di Tanak è vicina

La Ford Fiesta di Ogier impegnata sulla neve di Montecarlo
MONTECARLO - «Tutto secondo i piani», sorride Sébastian Ogier. Il cinque volte iridato ha chiuso in testa anche la terza giornata dell'86° Rallye di...

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MONTECARLO - «Tutto secondo i piani», sorride Sébastian Ogier. Il cinque volte iridato ha chiuso in testa anche la terza giornata dell'86° Rallye di Monte-Carlo con mezzo minuto di vantaggio su Ott Tänak (33,5'', per la precisione), il primo degli inseguitori. Che era quello che il francese voleva: affrontare gli ultimi quattro stage con almeno 30 secondi da gestire.

 

La sfida per il primo successo stagionale nel campionato 2018 del Wrc è ormai un affare tra la Ford Fiesta del transalpino e le Toyota Yaris del team Gazoo. Alle spalle dell'estone ingaggiato dal team nipponico dal forte accento finlandese ci sono nell'ordine Jari-Matti Latvala a 1.32:7 e Esapekka Lappi a 4.38:5, che è rimasto anche vittima di una foratura. La scelta delle gomme, come sempre, ha inciso sull'andamento della gara. Ogier ha guadagnato tempo nelle prime cronometrate del rally ed ha poi saggiamente “amministrato” cercando di non assumersi rischi inutili.

Con la Citroen C3, Kris Meeke ha ceduto la quarta piazza nella SS14, l'ultima di oggi, restituendola a Lappi. Ma tra il finnico ed il britannico ci sono meno di due secondi. Elfyn Evans (Ford Fiesta) e Thierry Neuville (Hyundai i20 coupé) hanno continuato a recuperare posizioni e adesso sono sesto e settimo: un ottimo risultato, peraltro ancora provvisorio, dopo la difficile partenza. I due hanno un ritardo di 5 minuti e 5 minuti e mezzo da Ogier.

La Top 10 ad “eliminazione” è completata da Bryan Bouffier con la terza Fiesta, da Craig Breen con la seconda C3 e dal ceco Jan Kopecky, che con la Skoda Fabia R5 è il primo pilota del Wrc2. L'italiano Eddie Sciessere (Citroen DS3) è 14° nella generale quando al termine mancano quattro stage per un totale di poco meno di 64 chilometri.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero